L’Europa non pensi soltanto alla pandemia in corso. Stia attenta a ciò che sta accadendo nella Turchia di Erdogan. Diritti umani e libertà individuali violate facendo arrestare ingiustamente magistrati, avvocati e giornalisti. Nazismo giudiziario e politico. Testualmente Erdogan all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Turchia: “Gli avvocati che difenderanno persone accusate di terrorismo non possono che essere dei terroristi. Se agiscono in questo modo, vanno puniti anche loro”.

Il pericolo di gravissime violazioni dei diritti umani è arrivato alle porte dell’Europa e ne mina le istituzioni e la credibilità.

A oggi, sono circa duemila gli avvocati, i giudici e i giornalisti arrestati e in attesa di processo, detenuti in custodia cautelare, nelle carceri turche. Sono tutti accusati di terrorismo contro lo Stato turco con una fattispecie incriminatrice talmente generica che è facilmente utilizzata per imprigionare anche i legali che rappresentano i propri clienti accusati di terrorismo.

Sono oltre cinquecento gli avvocati condannati in questi ultimi cinque anni a quasi tremila anni di reclusione per i reati di terrorismo e propaganda contro il regime turco. Su tutto questo orrore cala il silenzio assordante dell’Italia e dell’Unione europea.

In Turchia fare opposizione politica a Erdogan significa carcere immediato. Una norma recentemente approvata stabilisce che ricorra il requisito dell’appartenenza a un’organizzazione armata, anche se si è solo parlato con un presunto terrorista.

La Turchia soffoca la libertà di pensiero e di azione e uccide lo Stato di diritto. Una vergogna profonda che lacera la “civile e democratica Europa”.