Il Sinodo Speciale per la regione Panamazzonica, annunciato da Papa Francesco all'Angelus del 15 ottobre del 2017, si svolgerà dal 6 al 27 ottobre prossimi ed avrà come obiettivo principale quello di "trovare nuove vie per l'evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di fondamentale importanza per il nostro pianeta".
La presentazione di questo importante appuntamento sarà fatta in una conferenza stampa che si svolgerà il prossimo 3 ottobre 2019, presso la Sala Stampa della Santa Sede, in Via della Conciliazione.
Un territorio, quello dell'Amazzonia, che interessa 9 Paesi, 34 milioni di persone, di cui oltre 3 milioni di indigeni, appartenenti a più di 390 gruppi etnici.
34 milioni di persone che vivono in una zona del pianeta dove sorgono più di un terzo delle riserve forestali primarie, quindi origine importante di biodiversità, acqua e ossigeno: caratteristiche che fanno dell'Amazzonia uno dei principali, se non il principale polmone verde della terra.
E per questo, il sinodo "Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa per una ecologia integrale" è finito al centro di una questione politica, soprattutto dopo che in Brasile, Paese che ospita gran parte di quella foresta pluviale, è diventato presidente Jair Bolsonaro, uno dei tanti estremisti della destra neo fascista che in questi ultimi tempi inquinano la politica di molti Paesi in tutto il mondo.
Il motivo? Perché il sinodo, oltre alle relazioni tra spiritualità indigena e Vangelo, si occuperà anche della difesa dei diritti umani degli indigeni, con la denuncia dei problemi legati a colonialismo e neocolonialismo, quali lo sfruttamento brutale di popoli, foreste e risorse che provoca una violenza omicida di cui sono vittime missionari e volontari di associazioni per i diritti umani che operano in difesa dell'ambiente.
Temi duri da digerire per chi, come Bolsonaro, ha vinto le elezioni in Brasile promettendo più terra per coltivatori e allevatori, definendo normali gli incendi del 2019 in Amazzonia che sono raddoppiati rispetto a quelli dello scorso anno.
Secondo il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, tramite questo Sinodo, Papa Francesco vuole "individuare nuove strade per l'evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta, dove la vita è minacciata dalla distruzione e dallo sfruttamento ambientale, dalla sistematica violazione dei diritti umani fondamentali della popolazione: in particolare, dalla violazione dei diritti dei popoli originari. La minaccia alla vita deriva da interessi economici e politici dei settori dominanti della società".
E disturbare quegli interessi, anche se a farlo è la Chiesa, per chi finora ha sfruttato l'Amazzonia in maniera indiscriminata diventa un ostacolo e una minaccia per il futuro.
Il numero delle persone uccise in Amazzonia per aver operato in favore della giustizia e della difesa della terra è più che preoccupante. La scorsa settimana, due uomini armati hanno assassinato la professoressa Diana Isabel Hernández Juárez, mentre partecipava a una processione a Santo Domingo,. perché era coordinatrice del comitato ambientale della parrocchia di Nuestra Señora de Guadalupe nel Dipartimento di Suchitepéquez, sulla costa meridionale del Guatemala. Si dedicava a progetti di riforestazione e recupero di specie rare autoctone nella foresta amazzonica.
Il sinodo, per le sue finalità, è finito per diventare anche una nuova questione di scontro all'interno delle gerarchie ecclesiastiche tra riformisti e reazionari, con quest'ultimi che vedono in quell'appuntamento una sorta di banco di prova per mettere in pratica la tanto aborrita, durante il papato di Giovanni Paolo II, teologia della liberazione.
E, oltre alle preoccupazioni politiche, i reazionari sono in stato di agitazione per le possibili sperimentazioni in campo teologico che il sinodo potrebbe produrre, come quella di consentire di dire messa anche a chi è sposato. Per i tradizionalisti ultra conservatori, se ciò avvenisse, l'Amazzonia sarebbe da interpretare come primo esperimento che verrebbe poi progressivamente esteso nel resto delle diocesi in tutto il mondo, con la riammissione dei preti sposati .
Con queste premesse, è chiaro che il prossimo sinodo ha tutti gli elementi per poter diventare un evento tra i più significativi tra quelli che caratterizzeranno il papato di Francesco.