Io ho una mia posizione chiara e netta sulla questione, ma so che molti ne hanno una esattamente contraria.
Quando si affrontano questioni che sono per loro natura ingarbugliate, e si vanno a cercare le cause e le responsabilità, tutto dipende da quali fatti si prendono in considerazione per arrivare alla propria tesi.
Alcuni fatti sono veri, altri sono falsi, alcuni sono interpretabili e quindi usati da ognuno per confermare la propria posizione. Lo so, è difficile trovare un punto di accordo.
Le due super potenze non hanno mai smesso di confrontarsi, anche con le armi, in ogni angolo del pianeta, ma lo hanno fatto seguendo la teoria del conflitto limitato, per evitare l’escalation. Non ci sono santi in giro, e in gioco è sempre stata la supremazia di interessi economici e di identità. Brutta roba.
Il discorso di Putin, però, l’ho trovato inquietante, e mi ha ricordato gli scritti di Gustave Le Bon: l’irreale che prevale sul reale; la sindrome dell’accerchiamento; la superiorità morale ed etica di un popolo da difendere dalla contaminazione e depravazione degli altri; l’identità religiosa.
Ora, finché sono in ballo gli interessi, i mercati e lo sfruttamento delle risorse, il gioco è sempre sporco, ma alla fine le regole sono chiare e un accomodamento lo si trova.
Ma quando in campo scendono questo tipo di argomenti tutto rischia di andare fuori controllo, e abbiamo già visto come va a finire. E questo, credo dovrebbe preoccupare tutti, ma proprio tutti, sia i pro che i contro; perché non si tratta di vedere chi ha torto o ragione. Qui in gioco c’è molto di più.