ROMA - Si è svolta questa mattina a Palazzo Chigi, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, la seduta di insediamento del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni del “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, fiumano e dalmata.

L’organismo, - si legge nel comunicato - istituito con Dpcm dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si occuperà di assicurare un’efficace e coordinata programmazione delle iniziative e delle cerimonie promosse dalle Amministrazioni - con il coinvolgimento delle associazioni, degli enti e delle diverse realtà della società civile - per la solennità civile del 10 febbraio.

Nel corso del suo intervento introduttivo, il Sottosegretario Mantovano ha sottolineato la particolare attenzione e sensibilità del Presidente Meloni e la volontà del Governo, con il Comitato, di potenziare la sinergia e il coordinamento tra tutte le Amministrazioni dello Stato e il mondo dell'associazionismo impegnato per conservare la memoria e promuovere la conoscenza della tragedia delle foibe e dell'esodo.

Il Comitato – così nella mota -  si occuperà, inoltre, di coordinare le iniziative finalizzate a valorizzare il contributo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia allo sviluppo sociale e culturale dei territori dell'Adriatico orientale e per preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti in Italia e all'estero.

Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga in visita alla foiba di Basovizza

I massacri delle foibe  sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell'OZNA la polizia segreta slava. Il nome di tali eccidi deriva dai grandi inghiottitoi carsici (chiamati in Venezia Giulia "foibe") dove furono gettati i corpi di alcune vittime (o, in alcuni casi, le stesse ancora in vita). Riporta Wikipedia

Secondo gli storici Raoul Pupo e Roberto Spazzali le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia sono comprese tra le 3 000 e le 5 000 (comprese le salme recuperate e quelle stimate, nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi). Altre fonti invece - così Wikipedia -   fanno salire questo numero fino a 11 000. Numero che secondo Raoul Pupo si può raggiungere soltanto conteggiando anche i caduti che si ebbero da parte italiana nella lotta antipartigiana.

Al massacro delle foibe - così Wikipedia -  seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia tramite i trattati di pace di Parigi del 1947. L'emigrazione fu dovuta sia all'oppressione esercitata da un regime di natura totalitaria che impediva la libera espressione dell'identità nazionale, sia al rigetto dei mutamenti nell'egemonia nazionale e sociale nell'area e infine per la vicinanza dell'Italia, vicinanza che costituì un fattore oggettivo di attrazione per popolazioni perseguitate ed impaurite; nonostante il governo italiano si fosse a più riprese adoperato per fermare, o quantomeno contenere, l'esodo. Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956.