"La sfida di Enrico Letta e del Partito Democratico per la parità di genere è la mia sfida. Per questo mi faccio da parte per una soluzione che porti una donna alla guida dei Deputati PD. Decideremo insieme per il bene di una grande comunità politica".

Le parole sopra riportate dell'ormai ex capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio, sono state accolte dal neo segretario Enrico Letta in questo modo:

"Bene con i Deputati PD e un grande grazie a Graziano Delrio per il suo gesto di disponibilità. Grazie per aiutare me e il gruppo del Partito Democratico a trovare la soluzione. In un partito come il nostro la comunità viene avanti rispetto ai singoli. Nei prossimi giorni il voto su una donna capogruppo".

E al Senato? Il renzianissimo Andrea Marcucci non si è ancora dimesso e aspetta ciò che giovedì alle ore 9 il gruppo dei parlamentari Pd al Senato deciderà di fare.

Lo ha scritto a Letta in questa lunga lettera...

e lo ha ribadito a coloro che lo seguono via social, aggiungendo anche che le sue decisioni non hanno nulla a che fare e nulla a che vedere con l'amicizia che lo lega a Matteo Renzi, di cui -afferma Marcucci - lui non è un cavallo di Troia."Io sono un militante del Pd, sono un socio fondatore, e mi sono formato sui capisaldi della cultura politica liberale. Lo ripeto liberale, perché non me ne vergogno, anzi ne sono orgoglioso.A chi non se ne fa una ragione, ricordo solo che il Pd è nato dall'incontro tra tante culture: ci sono i socialisti, i cattolici, i laici, gli ecologisti, non c'è una cultura politica prevalente sulle altre. Io sono a casa mia, altri non lo so.La seconda è che sono stato un convinto sostenitore di Matteo Renzi, probabilmente come la maggior parte dei militanti del Pd, ma ho considerato la sua scissione un gravissimo errore.Scrivete che sono un 'corpo estraneo' perché mi considero amico di Matteo Renzi? Il problema è quindi l'amicizia personale? Per me l’amicizia ha un valore che supera la politica. Per voi no? Se il Pd in Senato ha ancora un gruppo di 36 senatori, credo che un po' sia anche merito mio.Ho contribuito alle dimissioni di Zingaretti? In nessun modo, anche perché come dissi a caldo, sono tra coloro che non le ha capite. Ma credo, credo fortemente, in un partito libero, che discute, litiga, si confronta, e si conta. Siamo gli unici a farlo, ed io ripeto, ne sono orgoglioso. Volete un partito del capo, dove non si discutono le decisioni del capo? Il Partito Democratico non sarà mai così. Domani sera comunque, sarò puntuale con l'aggiornamento che vi spetta, e tornerò a scrivere circa le scelte che farò."

Al di là di quanto può dire Marcucci, ormai tutti hanno imparato chi sia e di cosa sia capace  Matteo Renzi. Per lui, la politica (e probabilmente non solo quella) si riduce a ciò che possiamo sintetizzare con il detto "mors tua, vita mea". 

Renzi non è stato in grado di mantenere la guida del Pd? Allora adesso farà di tutto per distruggerlo. Quanto accaduto con Zingaretti ne è la riprova. Per distruggere il Pd, checché ne dica Marcucci, Renzi ha bisogno che i suoi "emissari" continuino ad operare all'interno del Pd per minarne le fondamenta.

Per questo Letta, furbescamente, ha iniziato un'opera di ripulitura del partito per evitare di fare la stessa fine d Zingaretti, memore anche di quanto accaduto quando era presidente del Consiglio. Ma il segretario Pd non cercherà di "depotenziare" i renziani solo a Roma, ma anche nei territori dove operano e dove prendono i voti.

La dimostrazione? La linea ad alta velocità che Letta ha annunciato di voler promuovere per collegare Pisa con Firenze. Tecnicamente, si tratta di un percorso che in linea d'aria misurerebbe poco più di 70 km che un Tav percorrerebbe in circa 20 minuti. Ma a che servirebbe? A rendere inutile l'ampliamento dell'aeroporto Vespucci per il quale i renziani fiorentini (Nardella, Giani, Lotti, Carrai...) stanno spingendo da tempo, nonostante l'opera adesso sia stata bloccata a causa della mancata conformità per la valutazione di impatto ambientale. 

L'ampliamento dell'attuale aeroporto di Firenze consisterebbe in una nuova pista da costruire in parallelo all'A11, cosa che permetterebbe di far atterrare in quello scalo aerei di qualsiasi tipo, che adesso invece non possono farlo perché l'attuale pista è troppo corta. Un treno ad alta velocità che collega lo scalo di Pisa, dove possono atterrare aerei di qualsiasi tipo e dimensione, renderebbe inutile l'ampliamento del Vespucci, sostituendolo con un'opera anche più sostenibile dal punto di vista ambientale. Inoltre, i due aeroporti toscani fanno già capo ad una stessa società e già lavorano in sinergia.

La Tav, pertanto, finirebbe per scompaginare i disegni dei renziani toscani. Intestarsi la realizzazione di una grande opera, va ricordato, per un politico è ragione di vita: soldi, relazioni, potere... consenso.

Dalle prime decisioni prese, è evidente che Enrico Letta non è certo uno sprovveduto e sta già agendo per risolvere il primo dei principali problemi del Pd, liberarlo dal giogo renziano. Tanto di cappello... e buona fortuna, perché ne avrà molto bisogno.