Credo che siano due le dimensioni da analizzare fondamentali per comprendere ciò che sta accadendo: la situazione ospedaliera e la dimensione della pandemia.

Per quanto riguarda la prima, non ho trovato dati significativi sulla polmonite. Dal sito del ministero gli ultimi dati disponibili sono del 2010 con 136.000 ricoveri per polmonite il che visto i dati attuali di 17.708 nuovi ricoveri in poche settimane indica in effetti un importante aumento. Quest’aumento improvviso, con specifica necessità di trattamento di terapia intensiva, strumenti specifici e degenza piuttosto lunga, sta mostrando le fragilità del nostro sistema sanitario con solo 5.000 posti in Terapia Intensiva per 60 milioni di abitanti. Il sistema non è preparato a gestire picchi di una specifica malattia in un dato momento sia perché non c'è stata pianificazione in questo senso, sia per la continua riduzione delle risorse negli ultimi 10 anni. Dai dati risulta che in media nei mesi invernali ci possano essere storicamente fino a 1.000.000 di ricoveri al mese e 15.000.000 di giornate di degenza totali. 

Al momento (21 Marzo) risultano 17.708 ricoveri per coronavirus e supponendo una degenza media di 20 gg il numero di giornate di degenza è di circa 355.000. Quindi il numero di nuovi ricoveri non sembra particolarmente impattante sul totale ma considerata la specificità della patologia, le scarse risorse del nostro sistema sanitario e la crescita potenziale dei casi, sicuramente l’emergenza ospedaliera è significativa.

Per quanto riguarda la dimensione della pandemia, sono convinto che i numeri non siano cosi grandi come li stiamo percependo. Il nuovo report del 20 Marzo dell’ISS ha analizzato un campione di 481 decessi su 3.200 e ha riscontrato che il 75% aveva almeno 2 o più patologie pre-esistenti tra le seguenti: Ipertensione arteriosa, Diabete mellito, Cardiopatia ischemica, Fibrillazione atriale, Insufficienza renale cronica, Cancro attivo negli ultimi 5 anni, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, Demenza, Ictus, Epatopatia cronica. Un altro 24% aveva una sola di queste patologie e solo 6 persone (l’1% del campione) non aveva patologie pre-esistenti. L’età media rilevata fra tutti i decessi è 79 anni. 

Questo assolutamente non vuol dire che le persone anziane e malate (fra i cui miei genitori) possano morire e che ciò non sia rilevante. Quello che è importante capire: c’è veramente un incremento importante nei decessi in corso in questo paese a causa del Covid-19 o no?  Nei mesi invernali in Italia si può arrivare a circa 70.000 decessi al mese.

 

 

Probabilmente la risposta definitiva arriverà più avanti quando analizzeremo i decessi mensili e annuali e verificheremo se c’è stato un enorme incremento rispetto alle serie storiche oppure no. Al momento la mia sensazione dai dati che vedo è che non ci sarà nessuno scostamento significativo. 

In conclusione il virus esiste ed è nuovo, le polmoniti aumentano, non è chiaro quanti decessi siano realmente imputabili al virus ma sicuramente il sistema sanitario è in crisi e visto l’aumento continuo dei casi, l’obiettivo e far rientrare la crisi ospedaliera. Quindi comunque rispettiamo le indicazioni. Il futuro poi ci darà i numeri certi su cui discutere. 

Ciò che è certo però è che la strategia del governo è fallimentare prima di tutto dal punto di vista comunicativo divulgando quotidianamente numeri di decessi per il virus che poi per il 99% non sono confermati dal ISS. Giornali e TV danno risonanza a questi numeri diffondendo panico generalizzato. In secondo luogo per non fornire informazioni ai cittadini per comprendere la situazione. Ufficialmente c’è silenzio su tutte le importanti variabili per dimensionare l’epidemia. Perché questa epidemia è più pericolosa delle altre? Quanto è più grande delle altre o quanto potrebbe diventarlo?  Quali sono i reali e verificati incrementi di ricoveri e decessi totali rispetto ai normali dati? E’ pieno di trasmissioni che discutono e dicono tutto e il contrario di tutto ma le figure istituzionali tacciono e chiedono solo di restare a casa ciecamente minacciando sanzioni, multe e esercito nelle strade.  Le tensioni sociali aumento e spero che il governo consulti un consulente comunicativo anche uno studente appena laureato. La comunicazione in situazioni di emergenza è la chiave fra successo e fallimento.