Chi si oppone alla TAV e poi al TAP e poi chissà a cos'altro, lo fa cavalcando l'onda del "ci sono altre cose più ugenti da fare", seguita da un libro dei sogni in cui vengono mescolati pii desideri, propaganda elettorare, qualche reale necessità e diverse scemenze.

Cosa accadrebbe se i loro sforzi avessero successo?
Semplice, se riuscissero a bloccare queste opere già avviate e già costate una barca di soldi e che altri e di più ne costerebbero se venissero annullate, mai e poi mai si vedrebbero poi realizzate quelle altre opere elencate a casaccio e pertanto destinate a rimanere comunque nel "di là davenire", per cui il risultato sarebbe, senza fallo, sia la rinuncia alle cosiddette grandi opere sia alle altre... qualunque esse siano.

La memoria corta degli italiani ha già fatto dimenticare la vicenda del ponte sullo Stretto, che sembrava il diavolo in persona (perché voluto da Berlusconi) e contro cui si scagliarono gli strali di forze politiche e politici in affannosa ricerca di visibilità.

Il "grido di dolore" fu immancabilmente:" La sicilia e i siciliani hanno bisogno di altro!" seguito da "E' più urgente l'autostrada Messina Palermo!" e altri starnazzamenti del genere in un coro immancabilmente diretto dai "Verdi" (ve li ricordate?).

Il resto è storia, oggi non abbiamo nè il ponte sullo Stretto, né la Messima Palermo, in eterna attesa di completamento, né altro.

Ma le sirene, che per compiacere i loro quattro elettori più preoccupati del loro orticello coltivato a broccoli e zucchine, che dell'economia di una regione o del costo dell'energia continuano a "cantare" nella speranza di "incantare" qualche proprietario di giardinetti o appezzamenti francobollo da preservare, nella speranza che al momento opportuno si ricordino di loro!