Abbiamo superato la metà di un agosto senza dubbio molto caldo, reso torrido anche da quel che succede in Turchia, la cui stabilità economica è stata messa ancora più a rischio con le ultime valutazioni negative di Moody's e Standard & Poor's sulla sostenibilità del suo debito pubblico.
Tuttavia non è soltanto su questo fronte che si decide il futuro prossimo dei mercati finanziari. C'è ancora la guerra dei dazi innescata da Donald Trump con la Cina e la questione ancora aperta tra Regno Unito e UE sulla Brexit a rendere fluttuanti i mercati.
Anche se la Cina ha inviato negli Stati Uniti una commissione per valutare la possibilità di appianare i contrasti sul valore delle esportazioni che pesano in negativo sulla bilancia commerciale Usa, Donald Trump non dà segno di aver intenzione di ammorbidire le proprie posizioni.
Infine, il nodo Brexit. Riprendono in questi giorni i colloqui tra Londra e Bruxelles per arrivare ad un piano di uscita condiviso tra Ue e Uk, ma il tempo stringe e la possibilità di arrivare alla scadenza senza un accordo aumenta progressivamente, tanto che lo stesso governatore della BoE Mark Carney ha detto che ci sono possibilità di un'uscita “no deal”. Le ripercussioni economiche che una tale soluzione comporterebbe sulle economie europee non contribuisce certo a rassicurare i mercati.