Il (post) camerata Ignazio Benito La Russa non ci sta: dopo che il suo partito ha perso le amministrative pretende di cambiare le regole elettorali
Presente il bambino sul campetto dell'oratorio che si prende la palla - che ha portato lui - e se ne torna a casa perché sta perdendo la partita?
Questa è l'immagine che viene in mente sentendo il commento del presidente del Senato, seconda carica dello Stato, Ignazio Benito Maria La Russa ai risultati del secondo turno delle amministrative dove, dopo il voto di domenica e lunedì, il centrosinistra ha vinto a Firenze, Bari, Potenza, Campobasso, Perugia, Vibo Valentia e Cremona, mentre il centrodestra si è dovuto "accontentare" di Caltanissetta, Lecce, Urbino, Rovigo e Vercelli.
Che cosa ha detto La Russa? Questo...
"Al di là dei risultati del secondo turno delle elezioni amministrative, di chi ha vinto e di chi ha perso emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l'astensione. Dal 62,83% del primo turno, in questa tornata elettorale si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%. In qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto. A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l'avversario al primo turno. Inaccettabile. Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, magari seguendo l'esempio del doppio turno siciliano o inserendo idonei correttivi per evitare storture come queste e incrementare la partecipazione".
La prima riflessione che viene in mente è quanto sia opportuna una dichiarazione simile da parte di uno che ricopre una carica rappresentativa di tutti gli italiani. La seconda riflessione è invece nel merito del contenuto. Definire inaccettabile la scelta degli elettori che al secondo turno non vanno a votare un candidato che non è il loro, ritenendo indifferente chiunque vinca, è prendere in giro la logica oltre che le istituzioni.
Le regole delle elezioni sono ben chiare e molto semplici per gli elettori che sono liberi di andare o non andare a votare... Se i Fratelli (o Fascisti) d'Italia non sono riusciti a far eleggere un loro candidato in uno dei capoluoghi di regione dove si votava, il (post) camerata Ignazio Benito Maria se ne deve fare una ragione.
Infatti, se dovesse diventare usanza che le regole vanno cambiate ogni volta che non producono il risultato auspicato - ai (post) fascisti - allora staremmo freschi, visto che con l'aria che tira, a breve di Meloni non vorranno più sentir parlare neppure quelli che fino a ieri volevano far credere che dove lei avesse camminato le pietre diventavano oro.
In fondo, per vedere il vero volto dei (post) fascisti basta poco... perché alla minima difficoltà sbracano e a quel punto pretendono di cambiare le regole per poter continuare a comandare, cioè quello che loro intendono per governare.
Una proposta di legge (sostenuta da Meloni e Salvini) per escludere il secondo turno se verrà superato il 40 al primo. Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, parlando con Repubblica, spiega che il suo partito riproporrà un emendamento taglia ballottaggi sul modello della Sicilia. “Potremmo presentare un emendamento in qualche decreto”, dice Romeo. E la possibilità ci sarebbe già “con il Tuel, il testo unico degli enti locali, alla cui revisione sta lavorando la sottosegretaria al Ministero dell’Interno, Wanda Ferro. La riforma è in gestazione da mesi, i tempi di approdo in Parlamento sono ancora incerti”. Dopo i risultati dei ballottaggi delle elezioni comunali che hanno premiato il centrosinistra nelle principali città italiane (nei 14 capoluoghi che hanno votato per i ballottaggi il centrosinistra ha vinto a Firenze, Bari, Potenza, Campobasso, Perugia, Vibo Valentia e Cremona; il centrodestra si è preso Caltanissetta, Lecce, Urbino, Rovigo e Vercelli) Ignazio La Russa propone un cambio della legge elettorale per le elezioni amministrative. Ecco cosa ha detto.
“Al di là dei risultati del secondo turno delle elezioni amministrative, di chi ha vinto e di chi ha perso- dice il presidente del Senato- emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Dal 62,83% del primo turno, in questa tornata elettorale si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%. In qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto. A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l’avversario al primo turno. Inaccettabile. Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, magari seguendo l’esempio del doppio turno siciliano o inserendo idonei correttivi per evitare storture come queste e incrementare la partecipazione”.