I responsabili di quattro programmi della televisione pubblica polacca, TVP, dopo l'approvazione della nuova, e molto discussa, legge sui mezzi di comunicazione, hanno presentato le loro dimissioni, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano "Gazeta Wyborcza". I quattro avrebbero in questo modo anticipato un probabile loro licenziamento. Infatti, la nuova legge, voluta dal governo nazionalconservatore di Jaroslaw Kaczynski, prevede lo scioglimento del consiglio di amministrazione e dei consigli di sorveglianza, sia della radio che della televisione pubblica. Sarà il ministro del Tesoro, e quindi il governo, a nominare coloro che andranno ad occupare i posti chiave nei mezzi di comunicazione pubblici. Contro la legge, che deve ancora essere firmata dal presidente Andrzej Duda, ci sono già le proteste delle organizzazioni per i diritti umani e delle associazioni dei giornalisti. Katarzyna Janowska, da quattro anni alla guida della rete "TVP Kultura", ha reso note le sue dimissioni sulla sua pagina Facebook, mettendo una foto del foyer di un teatro con la scritta "Non abbiate paura". Con una lettera aperta si è congedato dai suoi spettatori Tomasz Lis, uno dei più noti giornalisti polacchi, che fino ad oggi ha condotto il programma "Tomasz Lis na zywo" (Tomasz Lis in diretta), trasmesso dal canale TVP. "Nessuno chiude la bocca ai polacchi. Nessuno mi chiude la bocca", ha scritto ed ha annunciato che continuerà a trasmettere da un'altra parte. Il premier Kaczynski ha annunciato un grosso cambiamento delle emittenti pubbliche e dell'agenzia di stampa PAP. Dovrebbero diventare una sorta di istituzioni culturali sotto il controllo di un consiglio nazionale dei mezzi di comunicazione, nominato dal governo. Ci sono molte analogie con quanto è successo in Italia con la legge sulla RAI. Fatta eccezione per le proteste.