Un altro aspetto nell’ecclesiologia di Sopoćko, che occorre analizzare brevemente, è il tema dell’ethos liturgico inteso come norma, regola e stile di vita cristiana. Esso vuole dire “riproporre il Cristo negli uomini” attraverso “i canali della misericordia” che sono i sacramenti. Secondo il teologo polacco, “uno di questi canali” privilegiati è l’altare. Infatti, durante l’azione liturgica Cristo viene ripresentato sull’altare per poter vivere negli uomini. Nell’incessante “riproporre il Cristo negli uomini”, la Chiesa vuole esprimere la massima sapienza, potenza e generosità divina[1]. Cristo anche se doveva tornare dal Padre non ha lasciato gli uomini soli, ma Egli è presente veramente nella Chiesa, dove si nasconde «la sua luce gloriosa sotto la tenda dell’Eucaristia»[2]. Qui troviamo un grande insegnamento e la proposta di una regola di vita cristiana: l’umiltà, la modestia e la mitezza[3]. In altre parole, Gesù, attraverso l’ethos liturgico, continua a chiamare tutti a rimanere in Lui[4] e vivere come esclamava san Paolo: «Non sono più io che vivo,  è Cristo che vive in me» (Gal 2,20).

Ogni volta, mentre la liturgia della Chiesa compie l’azione sacramentale, ripropone il Cristo e invita tutti gli uomini ad «aprirsi all’ascolto profondo della Parola di Dio” ed “all’arrivo di Gesù vivo nel sacramento dell’altare»[5]. L’azione liturgica diventa come il posto e il tempo in cui il Cristo viene ad “abitare dentro i credenti” e vuole dimorare nei cuori degli uomini (cf. Ef 3,14). A questo punto possiamo affermare che la liturgia è come la “dimora nella storia”, nella carne umana e nella vita degli uomini[6]. L’ethos liturgico rende capaci gli uomini anche a riconoscere «il momento buio e scuro della vita spirituale, non necessariamente provocato dal peccato»[7]. Perciò Sopoćko scrive che:

 «al centro del culto liturgico è la Santa Messa, la quale rinnova e attualizza il sacrificio della croce. Questa è la vera sorgente di vita spirituale. Spesso cerco di far ricordare questa verità ai fedeli, che purtroppo non la prendono in considerazione»[8]. 

 L’attualizzazione e il rinnovo del sacrificio della croce di Cristo, durante la Santa Messa, diventa la “vera sorgente inesauribile” per la vita cristiana. Ogni azione liturgica si compie sempre nello Spirito Santo, colui che è “il legame dell’amore eterno” nel seno della Trinità[9]. Tanto è vero che fra “il Padre e il Figlio”, lo Spirito Santo è sempre l’Amore, vinculum caritatis aeternae. Questo vincolo dell’amore eterno suscita nei cuori degli uomini la vera pace e il desiderio della profonda comunione con Dio misericordioso. «Lo Spirito Santo, possiamo affermare, è l’amore che fa spazio e collega, si supera a sua volta, egli è colui che rende un tutto l’essere-nell’altro-presso-se-stesso»[10].  Perciò, Gesù grazie all’azione dello Spirito Santo - l’Amore, è entrato nella solidarietà dei peccatori e ha “iniziato il tempo della misericordia”.

La liturgia è come “una maestra”, insegna a pregare e a vivere in unione con lo Spirito Santo, in quanto Egli è fonte e origine d’unità. La preghiera liturgica dei credenti nell’unità dello Spirito aiuta a vivere intensamente l’esperienza «dell’un tutto l’essere-nell’altro-presso-se-stesso»[11], e cioè il mistero “d’unità e del dono”. Tanto è vero che l’ethos liturgico realizza questa esperienza, stimola alla scoperta dell’altro come dono, induce al dialogo e alla comunione con Dio Trinità[12].

Infine, la liturgia per Sopoćko è il luogo e il tempo in cui Dio misericordioso entra nelle “povertà e miserie umane”, nelle “storie umili e semplici di vita quotidiana” dei credenti, facendo vivere loro l’esperienza sempre più intensa del mistero dell’amore divino relazionale[13]. Dio Trinità, che è “l’Amore e la Misericordia”, offre instancabilmente agli uomini il tempo e lo spazio di grazia per mantenere l’unione profonda con Lui. Perciò, l’ethos liturgico per gli uomini è una buona occasione di offrire in cambio il tempo e lo spazio a Dio, impegnandosi a vivere il Vangelo in maniera più coerente, più conforme  e più leale. In altre parole, possiamo dire che l’ethos liturgico rende rinnovati tutti i credenti che vogliono vivere l’esperienza del “dialogo e della comunione” con Dio misericordioso, l’esperienza del “tempo che entra nell’eternità”, “cantando” con la propria vita “il cantico nuovo” in “un’incessante liturgia di lode”, di gratitudine e di riconoscenza: «Canterò in eterno la misericordia del Signore» (Sal 88,2). 

prof. don Gregorio Lydek - ks. dr Grzegorz Lydek

 
[1] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia, p. 47.
[2] Ibidem.
[3] Cf. ibidem.
[4] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 233.
[5] Ibidem.
[6] Cf. M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 37.
[7] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, pp. 201-202: M. Sopoćko, Rekolekcje o Bożym Miłosierdziu z zapisków ks. Michała Sopoćki, pp. 77-80.
[8] Dz., q. III, p. 201.
[9] Cf. M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 38.
[10] N. Ciola, Teologia Trinitaria, Storia - Metodo - Prospettive, p. 211.
[11] Ibidem.
[12] Cf. M. Sopoćko, Zaufałem Twojemu Miłosierdziu, pp. 41-43: Miłosierdzie Boga [La Misericordia di Dio], KMB, Białystok 2008, pp. 39-44: vedi M. Sopoćko, De misericordia Dei, p. 45.
[13] Cf. M. Sopoćko, Dar Miłosierdzia, pp. 45-54.