Per il PM i responsabili della strage di Cutro sono 4 ufficiali della Guardia di Finanza e 2 della Guardia Costiera. E i ministri del governo Meloni?
A un anno e mezzo dal tragico naufragio di Steccato di Cutro, costato la vita a 98 migranti, la Procura di Crotone ha comunicato di aver chiuso le indagini ritenendo responsabili di quanto accaduto sei persone, quattro ufficiali della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera: naufragio colposo e omicidio colposo plurimo i reati loro contestati.
Nell'avviso di conclusione indagini si legge che a seguito della segnalazione di Frontex, ricevuta da Varsavia, di una imbarcazione in avvicinamento alle coste calabresi e in buone condizioni di galleggiabilità - al momento in acque internazionali e distante 38 miglia -, vi era comunque da parte degli indagati "il prioritario, fondamentale e ineludibile obbligo di salvaguardare la vita in mare", e di "comunicare (da parte della Guardia di Finanza) e acquisire (da parte della Capitaneria di Porto) tutte le informazioni idonee a incidere sulla valutazione dello scenario operativo".
In sostanza, anche se la prima valutazione è da giudicarsi corretta, secondo il PM gli indagati avrebbero dovuto comunque intervenire per prevenire possibili futuri incidenti.
Si legge poi che la Guardia di Finanza, a terra, dispone di radar in grado di intercettare imbarcazioni fino a 96 miglia, ma che sono tarati per sole 12 miglia, che la notte del 25 febbraio 2023 il mare era forza 4 e che le condizioni meteo erano in peggioramento, che la Guardia di Finanza, anche avendo ricevuto la disponibilità dalla Guardia Costiera calabrese di intervenire a supporto con i suoi mezzi, aveva comunque continuato la sua operazione di law enforcement in autonomia e che da Roma e Reggio Calabria gli ufficiali della Guardia Costiera "omettevano di acquisire le informazioni complete rispetto alle ragioni che rendevano incerta l'operazione" senza "approfondire l'incidenza delle condizioni meteo marine sulla riuscita dell'operazione assunta dalla Guardia di Finanza" e quindi "di qualificare l'evento come Sar (cioè di ricerca e soccorso)".
Ulteriore riepilogo: la Guardia di Finanza non ha fornito alla Guardia Costiera le indicazioni che avrebbero consentito di attivare l'intervento di soccorso.
Quella sera il mezzo della Finanza rientrò in porto (anche per le condizioni del mare) senza fornire indicazioni alla Guardia Costiera che invece disponeva di mezzi più adatti all'operazione di recupero e messa in sicurezza del caicco in difficoltà. Inoltre, anche quando il radar della Finanza aveva individuato il caicco prossimo alla costa non ci fu alcuna azione di soccorso e quell'imbarcazione finì per disintegrarsi in una secca.
Il PM non ha visto alcuna responsabilità politica in quanto accaduto, eppure i ministri del governo Meloni hanno sempre sostenuto le responsabilità politiche del governo nel non avere provveduto ad attivare tutte le procedure e azioni necessarie a evitare quella strage. Lo stesso governo che si è poi limitato, nei giorni successivi, a inscenare una passerella di premier e ministri, ma senza la dignità di recarsi nella palestra dove decine di bare, alcune bianche, stavano adagiate una di fianco all'altra.
Questo il commento del leghista Salvini, ministro di Infrastrutture e Trasporti:
"Rischiano la vita tutti i giorni e ora anche l'arresto in caso di disgrazia, sostegno incondizionato alle forza dell'ordine".
Il ministro Salvini si è però dimenticato di autodenunciarsi. Curioso...