Morti sul lavoro: Draghi promette provvedimenti e pene più severe entro la prossima settimana
Nelle ultime 36 ore sono stati 10 i morti sul lavoro. Infatti, alle sei vittime registrate ieri, 28 settembre, in cinque diversi incidenti, oggi altri quattro lavoratori hanno perso la vita. A Rifiano (Bolzano) un agricoltore di 50 anni, è rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando e che si è ribaltato. All'altezza del casello di San Severo (Foggia) un operaio di 47 anni, dipendente della Edil San Felice di Nola, mentre stava sistemando la segnaletica per l'avvio dei lavori di cantiere lungo l'autostrada A14 è stato investito e ucciso da un tir. A Mesagne (Brindisi), un muratore di 41 anni è rimasto schiacciato dal crollo di un solaio e di una pensilina durante i lavori di ristrutturazione di una palazzina. A Roma un operaio di 47 anni è caduto da un'impalcatura all'11esimo piano di un palazzo dell'Eur.
A seguito di questo tragico elenco di decessi, oltre ai sindacati, anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, ha ritenuto che non fosse possibile ignorare ulteriormente il gravissimo problema. Lo ha fatto in apertura della conferenza stampa che ha tenuto presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio per la presentazione della Nota di aggiornamento del Def (Nadef).
Draghi ha espresso il più sentito cordoglio del governo, oltre a quello personale, per i morti sul lavoro "che ieri e oggi hanno funestato la scena e l'ambiente psicologico ed economico del Paese", oltre alla "più sentita vicinanza ai familiari e ai loro cari".
"[Quella dei morti sul lavoro] assume sempre di più i contorni di una strage che continua ogni giorno. C'è l'esigenza di prendere provvedimenti immediatamente, entro la settimana prossima. E poi affronteremo i nodi irrisolti.Pene più severe e immediate, collaborazione all'interno dell'azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro, perché chi è sul campo avverta immediatamente se ci sono debolezze".
Per quanto riguarda la Nadef, questi i numeri forniti dal Governo.
Il Pil del 2021 è previsto al 6%, mentre la crescita del 2022 è stimata al 4,7 (poi 2,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024), partendo da uno scenario tendenziale al 4,2%. Positivo anche il dato del debito pubblico, in forte contrazione: dalla previsione del Def di aprile che lo dava a ridosso del 160%, la Nadef lo stima al 153,5%. Il debito scenderà al 149,4% nel 2022, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024. Il deficit 2021 è previsto al ribasso rispetto all’11,8 di aprile e scende al 9,4%. L’indebitamento prosegue in discesa nel 2022 al 5,6%, al 3,9% nel 2023 e al 3,3% nel 2024.