Giorgia Meloni tira calci negli stinchi di Salvini, Tajani…
Nella scuola elementare che frequentavo a Chieri (TO), dove eravamo sfollati durante la guerra, nel giorno dell’Epifania per noi bambini era obbligo partecipare alla adunata per la cerimonia della “Befana fascista” ed indossare la divisa di “figli della lupa”.
Per quel poco che ancora ricordo l’adunata si concretava nella distribuzione di doni ed encomi agli scolari meritevoli, canti e sermone del direttore scolastico.
Per loro fortuna gli scolari di oggi festeggiano l’Epifania senza obblighi, ed i più fortunati godendosi i dolciumi che la vecchina ha lasciati nelle calze.
Auguriamoci che continui così !
Madame Meloni non ha voluto essere da meno della Befana e, perciò, quest’anno si è premurata di regalare le sue calze variopinte con sorprese ai vicepremier, Matteo ed Antonio.
Le sorprese, però, non erano leccornie importate nottetempo da Mar-a-Lago bensì brutali calci negli stinchi.
Madame Giorgia, infatti, pur non perdendo occasione per magnificare urbi et orbi la compattezza e la coesione del suo Esecutivo, ogni tanto avverte la voglia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Una voglia di certo non impulsiva ma ragionata, covata forse anche per istigazione di alcuni stretti collaboratori.
Così a Matteo Salvini, che dal 6 novembre esibisce con ostentazione una cravatta rossa in onore di Trump, la Befana nella calza gli ha fatto trovare un amaro calcio negli stinchi che lo costringerà a riconsiderare le sue ambizioni.
Il leader della Lega, infatti, bramerebbe rappresentare l’Italia il prossimo 20 gennaio all’insediamento di Donald Trump, non solo per rafforzare la sua leadership ma soprattutto per assicurarsi l’accredito presso la nuova amministrazione USA e ritagliarsi il ruolo di interlocutore europeo con la destra americana.
Madame Meloni, però, con la missione lampo a Mar-a-Lago ha lanciato un messaggio forte e chiaro a tutti: “con Donald oramai ho un rapporto privilegiato e consolidato e, quindi, “non c’è trippa per gatti”.
Non meno violento il doppio calcio negli stinchi che Antonio Tajani ha trovato nella calza regalatagli dalla premier.
Essere volata negli USA, a Mar-e-Lago, anche se si fosse trattato solo per cenare con Donald Trump (ndr: ipotesi ridicola) senza informarne, prima del decollo, il suo Ministro degli esteri, di certo non è stato un gesto di rispetto ed amicizia verso Tajani, soprattutto sotto il profilo personale.
Non solo, ma non aver invitato Tajani a prendere posto con lei sull’aereo per assisterla nell’incontro con Trump ed esaminare il caso di Cecilia Sala, paleserebbe anche scarsa fiducia nell’effettiva capacità riconosciuta alla Farnesina di concorrere alla soluzione del caso Sala.
Ora, è pur vero che protagonismo e fame di visibilità caratterizzano l’essere di Giorgia Meloni, però i calci negli stinchi a Salvini e Tajani, in qualunque modo li si voglia leggere, lasceranno il segno nei rapporti personali tra la premier ed i suoi alleati.
C’è, però, un calcio negli stinchi che madame Meloni, forse senza rendersene conto, ha sferrato nel campo di Bruxelles a Ursula von der Leyen ed ai partner europei.
La intraprendenza nell’incontrare il Tycoon, anche se comprensibile nell’ottica di risolvere il caso Sala, ma ancor più gli entusiastici commenti espressi sul suo rapporto con l’amico Donald, sovranista e populista, potrebbero aver infastidito l’establishment europeo ed incrinate le relazioni italiane con Bruxelles.
Senza dimenticare che nei prossimi giorni sbarcherà a Roma Joe Biden che di certo non avrà gradita, anche lui, la sviscerata attrazione che madame Giorgia manifesta per il Tycoon!