Il prossimo 14 novembre, al CAG, il Consiglio di Stato della Sicilia, avrà luogo l'udienza voluta dai comitati che si oppongono al Muos per fermarne la realizzazione.

Anche questa vicenda ha un risvolto politico, perché i 5 Stelle che in campagna elettorale avevano dichiarato che una volta al Governo si sarebbero opposti alla realizzazione dell'opera, in realtà, una volta di più stanno mancando alla parola data.

La ministra della Difesa, la pentastellata Elisabetta Trenta, aveva depositato al Cag delle memorie favorevoli alla realizzazione dell'opera e la notizia di queste ore, e cioè che l'Avvocatura dello Stato non si presenterà davanti ai giudici del Cag, sbandierata da alcuni parlamentari 5 Stelle come un ripensamento in merito all'ok al Muos, non è affatto un passo indietro del ministero della Difesa e del Governo su quanto già avevano deciso.

Infatti, come il coordinamento dei comitati No Muos ha reso noto tramite due propri legali, il "fantomatico ritiro delle memorie (atto non previsto dalle norme di procedura) poteva avvenire solo col deposito di altra memoria contenente la rinuncia alle difese depositate in precedenza. Ma questo è tecnicamente impossibile perché il deposito di memorie può avvenire fino a 30 giorni prima dell'udienza.

Quindi, paradossalmente, l'unico modo di concretizzare lo sbandierato passo indietro sarebbe stato proprio quello di presentarsi in udienza e rinunciare alle difese già depositate."

Ma il ministero della Difesa, avendo comunicato che il 14 novembre non ci sarà nessuno a rappresentarne la posizione, le memorie già depositate sono una conferma della volontà dell'attuale Governo, a dispetto della propaganda, di non voler attuare alcun cambiamento rispetto alle scelte fatte dai governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.

Nella nota pubblicata dai No Muos si ripercorre la vicenda legata alla realizzazione della costruzione del centro radar americano in Sicilia.

"I parlamentari del M5S erano già stati firmatari nel 2014 di una mozione parlamentare con la quale si chiedeva di bloccare gli accordi che consentono la realizzazione delle Basi Statunitensi di uso esclusivo in quanto illegittimi perché mai autorizzati dal Parlamento come richiesto dall'art. 80 della Costituzione. Tale mozione, allora bocciata dal voto congiunto di PD e NCD, rimane ancora valida.

Le basi di uso esclusivo, infatti, non sono previste dal trattato NATO e la loro realizzazione non poteva essere consentita con accordi firmati da esponenti del governo o, comunque, generali, come di fatto avvenuto, trattandosi di accordi che consentono la presenza di truppe e armamenti stranieri sul nostro territorio.

Questo è un nodo essenziale della vicenda MUOS, uno strumento che guida armi a controllo remoto utilizzate in missioni e conflitti a noi ignoti. Uno strumento offensivo, quindi, che viola non solo l'art. 11 della nostra costituzione, che consente l'uso delle armi solo a scopo difensivo, ma anche le prerogative del Parlamento di decidere lo stato di guerra.

Oggi, la sicurezza del territorio e l'incolumità dei cittadini sono rimessi al libero arbitrio di una potenza straniera senza alcuna possibilità di intervento, grazie alla delega in bianco affidatagli attraverso accordi privi dei requisiti e delle garanzie previsti dalle norme costituzionali.

Ci saremmo  aspettati, almeno, una presa di posizione politica da parte del M5S coerente con quelle prese nel 2014. Invece, non resta che prendere atto di questo nulla di fatto che sa tanto di tradimento delle aspettative e del voto dei cittadini."

In pratica, l'ennesimo voltafaccia dei 5 Stelle che, una volta al Governo, hanno iniziato a rimangiarsi le promesse fatte in campagna elettorale e su cui avevano costruito il loro successo alle politiche del 4 marzo. E tutto solo in cinque mesi!