Ladri di futuro, resistenza civile, scelte irresponsabili... sono alcuni degli slogan che domenica hanno fatto da sottofondo alla manifestazione che il Partito Democratico ha organizzato a Roma in piazza del Popolo.

Una manifestazione contro l'attuale governo e le sue politiche, anche se forse non è stato sottolineato al meglio il problema su cui invece la manifestazione avrebbe dovuto porre l'accento.

Come dimostrano i temi annunciati per la prossima manovra, l'attuale Governo cerca di promuovere riforme che possano dare sollievo a larghi strati di popolazione stremati da una crisi oramai decennale. Provvedimenti come la Fornero ed il reddito di cittadinanza ne sono un esempio.

Però tali iniziative hanno un costo che corrisponde allo sdoganamento di valori che poco o nulla hanno a che fare con la democrazia e le libertà collettive: il modello a cui il governo gialloverde aspira è quello della Russia di Putin, dell'America di Trump, dell'Ungheria di Orban, della Turchia di Erdogan...

Forse, dare più rilievo a questo aspetto sarebbe stato più opportuno. In ogni caso, lanciare un allarme per far comprendere la situazione generale ai più "distratti" non è certo sbagliato. Ma il problema è che nella piazza del Pd, come parte attiva di quella manifestazione, vi era anche colui che ha fatto di tutto per dare una mano a Lega e 5 Stelle per vincere le elezioni e perché governassero assieme: Matteo Renzi.

Domenica, lui era in piazza "contro il Governo degli sfascisti, contro chi dice no ai vaccini, contro chi mette in ginocchio l’Italia che produce, contro il Governo dei condoni e dell’assistenzialismo, c’è un’Italia che non si arrende. Che non si rassegna."

Saranno mesi di resistenza civile, ha detto Renzi, attivissimo tra la gente nel farsi foto e stringere mani.

Se il Pd non riesce a far capire a Renzi che è lui il problema del partito con le sue politiche e le sue scelte sbagliate ad aver spianato la strada agli attuali populisti di estrema destra, è inutile che promuova manifestazioni e chiami il popolo ad indignarsi.

I segretari di una volta, quando commettevano solo una parte dei disastri commessi da Renzi, si mettevano in disparte, in silenzio, rinunciando a qualsiasi dichiarazione pubblica. Al contrario, Renzi continua a dar l'idea di guidare il partito e di avere sotto tutela Martina che, in realtà, dovrebbe esserne il nuovo segretario.

E non solo in piazza, Renzi continua a far danni. Lunedì ha voluto ribadire via social la bontà del suo JobsAct, richiamandosi agli ultimi dati Istat di agosto, dichiarando che tale provvedimento aveva fatto scendere la disoccupazione sotto il 10% per la prima volta dopo molti anni, dimenticandosi però di dire che è allo stesso tempo aumentato anche il numero degli inattivi, cioè di coloro che pur non avendo un lavoro, neppure lo cercano.

Anche da senatore semplice, come si vede, Renzi continua nel voler promuovere una continuità tra l'attuale Pd e quello da lui guidato. Non proprio una mossa intelligente visto che il partito continua a definirsi socialista, mentre ciò che ha fatto è stato fatto soprattutto a favore delle imprese, nella convinzione (o speranza) che queste potessero poi redistribuire ricchezza anche alla gente. Ma non è andata proprio così.

Quindi, registrati gli errori, se non si apportano i rimedi conseguenti, a che serve al Pd fare manifestazioni e gridare al fascismo? Errare è lecito ma perseverare è... incomprensibile e ciò gioverà solo a dare ulteriore appoggio e credibilità all'attuale maggioranza e agli estremisti di destra da cui è composta.