Questa la dichiarazione rilasciata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra questo martedì, 20 giugno:
«Circa 100 milioni di uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costrette a lasciare le proprie case per trovare protezione contro la persecuzione, gli abusi, le violenze. Il senso di umanità e il rispetto per i più alti valori iscritti nella Costituzione repubblicana impongono di non ignorare il loro dramma.Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale del Rifugiato è opportuno ribadire che le iniziative di assistenza a queste persone – e in particolare ai rifugiati che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità – devono essere accompagnate dalla ricerca di un'indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo.Per superare definitivamente la gestione emergenziale di tali fenomeni con un'azione di respiro europeo ed internazionale è indifferibile intervenire sulle cause profonde che spingono un così gran numero di esseri umani bisognosi ad abbandonare i loro Paesi. Essi meritano opportunità alternative ai rischiosi viaggi che, spinti dalle circostanze, intraprendono in condizioni anche proibitive.Da sempre l'Italia è in prima linea nell'adempiere all'alto dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza, secondo quanto previsto dalla Costituzione per coloro ai quali venga impedito nel proprio paese l'effettivo esercizio dei diritti e delle libertà democratiche.Nella consapevolezza delle numerose sfide che ci vedono protagonisti a difesa dei rifugiati, desidero ringraziare l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite, con il quale l'Italia intrattiene intensi vincoli di collaborazione.Ringrazio altresì il personale delle varie Amministrazioni dello Stato e tutti gli operatori della protezione internazionale e dell'accoglienza che, con grande professionalità e profondo spirito umanitario, si adoperano quotidianamente per alleviare le sofferenze dei rifugiati e garantire loro l'accesso ai servizi essenziali».
Come già avvenuto in passato, in altre occasioni e per altri temi, le parole di Mattarella risultano in netto contrasto con le sue decisioni, nell'approvare e nel promuovere iniziative del governo e dell'Europa in tema di migrazioni.
"Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni" recita l'articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Le persone che si spostano alla ricerca di protezione internazionale hanno il diritto di non essere respinte verso uno Stato in cui la loro vita o libertà potrebbero essere minacciate, come sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che all'art. 31 evidenzia anche come "gli Stati contraenti non prenderanno sanzioni penali, a motivo della loro entrata o del loro soggiorno illegali, contro i rifugiati che giungono direttamente da un territorio in cui la loro vita o la loro libertà erano minacciate".
Nonostante ciò, il presidente Mattarella promuove le iniziative a livello europeo in tema di migrazione. L'ultima di queste è il nuovo Patto che, in pratica, mira a ridurre gli standard di protezione per coloro che cercano asilo, istituendo procedure destinate a causare sofferenza attraverso la detenzione per mesi in centri chiusi lungo le frontiere.
Invece di puntare a una responsabilità condivisa che abbia per tema l'accoglienza, con il nuovo Patto gli Stati europei ai confini esterni assumerebbero di fatto il ruolo di guardiani, mentre verrebbero incentivate ulteriori spinte all'esternalizzazione attraverso accordi con Paesi non sicuri e regimi che lucrano sulla pelle dei migranti.
Questo è ciò a cui mira l'Ue che si vanta di essere paladina dei diritti umani, tra cui il principio di solidarietà e la tutela della dignità umana.
E non c'è solo l'Europa. Mattarella, infatti, non ha avuto da ridire sul decreto migranti del governo Meloni che lui ha approvato senza aprir bocca ad inizio anno. Un decreto tramite il quale si limita il soccorso in mare alle navi umanitarie, impedendo loro, di fatto, di salvare persone in pericolo, mentre attraversano il Mediterraneo su imbarcazioni prive di qualsiasi tutela di sicurezza.
E secondo Mattarella, "l'Italia è in prima linea nell'adempiere all'alto dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza, secondo quanto previsto dalla Costituzione per coloro ai quali venga impedito nel proprio paese l'effettivo esercizio dei diritti e delle libertà democratiche".
Ma il presidente della Repubblica sa quel che fa quando firma decreti e leggi che gli vengono messi sotto il naso?
Crediti immagine: Ufficio stampa del Quirinale