La sindaca di Torino, che dopo l'addio al capoluogo piemontese del Salone dell'Auto ha deciso di restare al proprio posto e di dare invece solo il benservito al vicesindaco ritenuto responsabile di quanto accaduto, ieri si è complimentata con la Procura di Torino e la Digos per l'inchiesta che ha portato ad un sequestro di armi che per dimensioni non è enfatico definire arsenale.

Tra queste, oltre a numerose pistole e mitra, vi era anche un missile aria-aria Matra, in uso alle forze armate del Qatar. Tre gli arresti effettuati, tra cui quello di Fabio Del Bergiolo, ex ispettore antifrode delle dogane che nel 2001 si era candidato al Senato per Forza Nuova nel collegio di Gallarate.

La scoperta delle armi è il frutto di un'inchiesta contro un gruppo di estremisti di destra che in passato avrebbero combattuto in Ucraina, nel Donbass.


Sul ritrovamento ha messo il "cappello" il ministro dell'Interno Salvini che ha dichiarato che le indagini sopra descritte sarebbero seguite alla sua denuncia di un potenziale attentato da parte di stranieri contro di lui, di cui però la Procura non ha trovato riscontri in merito, in base a quanto hanno fatto  sapere le stesse fonti investigative.

Unica perplessità che resta da capire è il motivo per cui dei neonazisti - dove sono state ritrovate le armi vi erano insegne che inequivocabilmente si richiamano al nazismo - avrebbero dovuto attentare alla vita di un ministro che ha oggettivamente messo in atto in Italia una politica di estrema destra che in alcun tratti è palesemente razzista e xenofoba. In pratica, sarebbe stato un autogol!