Milano Daniela Santanchè, ministra del Turismo e figura di spicco di Fratelli d’Italia, dovrà affrontare il processo nell’ambito del caso Visibilia. Il Giudice per l’Udienza Preliminare di Milano, Anna Magelli, ha disposto il rinvio a giudizio per 17 imputati, inclusa la ministra e il compagno Dimitri Kunz d'Asburgo, oltre a vari membri delle società legate al gruppo Visibilia. La prima udienza è stata fissata per il 20 marzo 2025.

Le accuse principali riguardano presunti falsi in bilancio, truffa aggravata ai danni dell’Inps e bancarotta fraudolenta, con una rete di presunte irregolarità che coinvolgerebbe diversi esponenti del management delle società Visibilia Editore, Visibilia Editrice e Visibilia Srl in liquidazione.

Le accuse e l'inchiesta

L’indagine, avviata a seguito delle denunce di alcuni soci di minoranza, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno, ha portato alla luce presunte manipolazioni nei bilanci societari. Secondo l’accusa, i documenti finanziari erano volutamente alterati per nascondere perdite ingenti e l'incapacità strutturale delle aziende di generare profitti.

Tra le contestazioni più gravi c'è anche l'ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’Inps. Durante la pandemia di Covid-19, il gruppo Visibilia avrebbe fatto richiesta di fondi per la cassa integrazione, pur mantenendo i dipendenti al lavoro a tempo pieno. Le società hanno successivamente ammesso le irregolarità, impegnandosi a restituire i fondi in più rate.

La Procura di Milano ipotizza inoltre il reato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di Ki Group Srl, un'azienda del settore bio presieduta dalla ministra fino al 2021. Anche in questo caso, si contesta ai responsabili la falsificazione dei dati finanziari per evitare ricapitalizzazioni e tutelare gli interessi personali.

Chi sono gli imputati

Oltre alla ministra Santanchè, figurano tra gli imputati il compagno Dimitri Kunz d’Asburgo, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. Altri nomi rilevanti includono Giovanni Canio Mazzaro, ex collaboratore di Visibilia, e vari membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale delle società coinvolte.

Secondo gli inquirenti, il Consiglio e il Collegio avrebbero omesso verifiche essenziali, approvando piani industriali irrealistici e bilanci che non rispecchiavano la realtà. Tuttavia, alcune accuse relative agli anni 2016-2018 sono già cadute in prescrizione, riducendo il quadro complessivo delle responsabilità.

Il ruolo politico della ministra

La vicenda ha inevitabilmente aperto un dibattito sul ruolo istituzionale della ministra Santanchè. Le opposizioni hanno immediatamente chiesto le dimissioni, sollecitando un intervento diretto della premier Giorgia Meloni. Secondo alcuni esponenti politici, questa situazione mina la credibilità del governo e solleva interrogativi sull’etica nelle alte cariche dello Stato.

Nonostante le pressioni, Santanchè non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Tuttavia, fonti vicine alla ministra sottolineano che la sua intenzione è di dimostrare la propria estraneità ai fatti nel corso del processo.

Il contesto legale e i prossimi sviluppi

Il caso presenta una complessità significativa, con filoni d’indagine che spaziano dal falso in bilancio alla bancarotta fraudolenta. Uno degli aspetti più delicati riguarda la competenza territoriale per il procedimento legato alla truffa all’Inps. La Corte di Cassazione si esprimerà il prossimo 29 gennaio per stabilire se il processo dovrà svolgersi a Roma, sede dell’Inps, o a Milano, dove sono state avviate le indagini.

Parallelamente, le parti civili, rappresentate da tre soci di minoranza di Visibilia Editore, hanno chiesto risarcimenti per un totale di 179.000 euro. Gli investitori sostengono di essere stati indotti in errore da bilanci falsati, che avrebbero nascosto la reale condizione economica delle società, spingendoli a investire in aziende in crisi.

Un caso che scuote politica e opinione pubblica

Il caso Visibilia ha già catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori, diventando un simbolo del dibattito su trasparenza ed etica nella politica italiana. La ministra Santanchè, figura di spicco del governo Meloni, rischia di vedere la propria carriera istituzionale oscurata dalle accuse, in un momento particolarmente delicato per l’esecutivo.

Con l’avvicinarsi della prima udienza e della decisione della Cassazione, il caso promette di rimanere al centro dell’attenzione mediatica, con possibili implicazioni non solo legali, ma anche politiche.