Nel primo pomeriggio, dopo l'incontro di un'ora con il presidente della Camera Roberto Fico, la delegazione del Partito Democratico si è presentata davanti a giornalisti per riassumere il contenuto dell'incontro. A parlare il segretario reggente Martina, a cui facevano da contorno il presidente del partito Orfini ed i capigruppo di Camera e Senato, Delrio e Marcucci.

Questo è quanto il Pd, almeno ufficialmente, ha detto a Fico.

La prima condizione del Pd per aprire al dialogo è la conferma da parte dei 5 Stelle della chiusura del forno con Lega e centrodestra. In tal caso, ha dichiarato Martina, "con spirito di leale collaborazione, non nascondendoci le difficoltà, noi ci impegniamo ad approfondire questo possibile percorso di lavoro comune tra il M5S e il Pd, coinvolgendo i nostri gruppi dirigenti, a partire dalla direzione nazionale che deve essere chiamata a valutare, approfondire, discutere ed eventualmente deliberare un percorso nuovo."

Nel caso, su quali basi dovrebbe partire questo dialogo? "Sul piano programmatico – ha proseguito Martina – noi abbiamo ribadito al presidente Fico che l’asse di riferimento sta attorno al programma del Pd, nei 100 punti proposti al Paese, e in tre sfide essenziali richiamate durante le consultazioni al Quirinale.

L’Italia - riassumendo quali siano queste tre sfide - è chiamata a scegliere se contribuire a un stagione europeista o se ripiegare sul sovranismo. Noi siamo per un lavoro deciso perché Italia contribuisca, assieme alla Francia e alla Germania, a una nuova agenda europea, mentre altre forze hanno una idea opposta. Vogliamo il rinnovamento della democrazia, al di là della deriva plebiscitaria ed, infine, politiche del lavoro e di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze entro gli equilibri di finanza pubblica."


Poco dopo le 18.30, a presentarsi davanti alle telecamere è stata la delegazione dei 5 Stelle con il capo politico Di Maio, ed i presidenti di Camera e Senato, Toninelli e Grillo.

Come chiesto dal Pd, Di Maio ha ufficializzato la chiusura di qualsiasi dialogo con la Lega: "Abbiamo invitato la Lega e Salvini a fare un accordo di governo, ma Salvini e la Lega hanno deciso di condannarsi all'irrilevanza politica per rispetto dei loro alleati, venendo meno a quello degli italiani." Tramonta così, definitivamente e ufficialmente, tale ipotesi di accordo.

Per Di Maio le parole di Martina sono state apprezzabili, ricordando però che qualsiasi discussione non potrà prescindere dai temi per cui i 5 Stelle sono stati votati: costi politica, reddito di cittadinanza, ecc.

Inoltre, qualsiasi contratto di governo dovesse mai essere siglato con il Pd, questo dovrà poi essere ratificato con il voto sulla piattaforma Rousseau dagli iscritti al movimento.

Infine, Di Maio ha ricordato che i 5 Stelle sono alternativi agli altri partiti e che con il Pd ci sono differenze e "trascorsi"... ma il governo da soli non lo possono fare.

Se il Pd, con i tempi e i modi delle proprie procedure, a partire dalla Direzione nazionale, deciderà di andare avanti con la discussione, il Movimento 5 Stelle è pronto per sedersi intorno ad un tavolo e valutare insieme al Pd se ci siano le condizioni per discutere insieme un contratto di governo.

Nel caso questa trattativa dovesse fallire, Di Maio ha ricordato che il Movimento non sarebbe in ogni caso disponibile a supportare qualsiasi forma di governo alternativa, che si chiami governo tecnico, istituzionale, del presidente, di scopo o altro.

In quel caso, Di Maio direbbe a Mattarella che si dovrà tornare a votare.



Quali sono le reazioni della Lega a questo nuovo sviluppo? Questo un florilegio degli ultimi titoli social:

Salvini: "Non esiste un governo senza il centrodestra".

Salvini: "Farò di tutto perché il voto degli italiani sia rispettato"

Salvini: "Mandato per contratto di governo tra M5s e Partito Democratico è una presa in giro"

Lega, no a un «esecutivo fantoccio»: «Se fanno l'estrema sinistra, auguri»


Inoltre, non mancano poi i titoli sulla rivolta contro Di Maio dei presunti elettori 5 Stelle per il possibile accordo tra 5 Stelle e Pd.

Governo M5S, rivolta anti-Di Maio nei 5 Stelle. "Giuda, non ti voto mai più"

Commenti al vetriolo e accuse di essere 'un Giuda'. Elettori letteralmente avvelenati contro Luigi Di Maio, almeno a guardare i commenti postati in poche ore sulla bacheca Facebook del leader pentastellato. Tacciato di 'alto tradimento' per il tentativo di testare la strada di un governo con il Pd.


Adesso non resta che attendere quale sarà la decisione che, al riguardo, Matteo Renzi dovrà comunicare a Martina, sperando che l'ex segretario si ricordi di aggiornare su eventuali cambiamenti di posizione del Pd anche i servitori fedeli del "calibro" di Marcucci e Orfini... altrimenti, la confusione sarebbe totale.

In ogni caso, il Pd è all'angolo e se non dovesse almeno accettare di discutere la possibilità di intavolare una trattativa con i 5 Stelle, difficile che ciò non possa non avere ripercussioni all'interno delle varie correnti del partito.