In occasione della "Giornata della Terra", commemorazione annuale per la morte di sei cittadini arabi israeliani uccisi dalle forze di sicurezza dello Stato ebraico durante le dimostrazioni seguite alla confisca dei terreni da parte del governo nel nord di Israele nel 1976, decine di migliaia di palestinesi si sono radunati in cinque punti lungo la frontiera recintata di 65 km della striscia di Gaza dove sono state montate le tende per una protesta programmata da settimane.
Negli accampamenti, a poche centinaia di metri dalla barriera di sicurezza israeliana, sono arrivate famiglie e bambini. Con il passare del tempo, però, molti dei giovani palestinesi accorsi non hanno prestato ascolto ai richiami degli organizzatori e a quelli dell'esercito di non avvicinarsi alla linea di confine.
Dopo che alcuni pneumatici a cui era stato dato fuoco sono stati fatti rotolare verso la barriera che divide Gaza da Israele, accompagnati dal lancio di pietre, i soldati israeliani hanno risposto non solo lanciando lacrimogeni, ma anche aprendo il fuoco.
Il bilancio di quanto avvenuto è tragico con un numero di morti ancora da stabilire, ma che è dato intorno ai 15, ed un numero di feriti, di cui alcuni anche gravi, di oltre mille.
Gli israeliani giustificano quello che non può non essere definito un massacro, accusando Hamas di quanto accaduto, per aver sfruttato cinicamente donne e bambini mandandoli verso le barriere a protezione del confine e mettendo in pericolo le loro vite.
Il generale Eyal Zamir, capo del comando meridionale di delle forze armate israeliane, ha detto che i suoi uomini hanno risposto ai tentativi, da parte dei palestinesi, di cercare di portare a termine attacchi terroristici facendoli passare come tentativi di rivolta!
A sua volta, Hamas ha rilasciato una dichiarazione a commento di quanto accaduto in cui afferma che il Movimento di resistenza islamica palestinese piange i martiri caduti venerdì durante le attività della Grande Marcia o del Ritorno.
Hamas ha affermato che il popolo palestinese ha dimostrato di essere in grado di cambiare le regole del conflitto con il nemico sionista.
Durante la massiccia affluenza alla Grande Marcia, i palestinesi hanno inviato un messaggio forte a tutti coloro che chiudono un occhio sui loro diritti.
I palestinesi hanno dimostrato che la loro causa non è per il cibo o relativa ad una questione esclusivamente umanitaria, ma è una questione politica dove "tutti i poteri del male" hanno cospirato per sradicare un popolo dalla propria terra.
L'inevitabile ritorno alla "terra santa" è un'attività che i palestinesi hanno portato avanti ogni giorno sul terreno con tutta la loro volontà.
Hamas ha sottolineato che i palestinesi hanno ormai sepolto per sempre il "Trattato del Secolo". Il popolo palestinese, che si attiene ai propri diritti, merita la libertà e la piena indipendenza.
Il Movimento di Resistenza Islamica Palestinese ha concluso la dichiarazione affermando che "i martiri di oggi hanno sacrificato le loro anime per la grande rivoluzione che precede il grande ritorno", augurandosi la pronta guarigione di coloro che sono rimasti feriti.