In un modo o nell'altro la Brexit si chiuderà entro la primavera del 2019? Durante il Consiglio europeo in corso a Bruxelles, Theresa May ha avanzato l'ipotesi di estendere i negoziati di uscita dall'Ue della Gran Bretagna ancora per qualche mese.

Alla scadenza mancano meno di sei mesi e l'ultimo nodo su cui i colloqui si sono incagliati riguarda come gestire i rapporti di confine tra la provincia britannica dell'Irlanda del Nord e l'Irlanda che fa parte dell'Ue.

Il premier britannico si trova attualmente al centro di un fuoco incrociato che la vede come bersaglio delle critiche di tutte le parti in campo.

In Gran Bretagna, coloro che sono favorevoli alla Brexit l'accusano di star preparando un accordo che farà di quella nazione uno Stato vassallo, i sostenitori dell'UE in patria e gli stessi negoziatori dal lato di Bruxelles dicono invece che la May non ha offerto nulla all'Europa per favorire i colloqui.

A tutto questo vanno aggiunte le tensioni politiche con la coalizione di maggioranza che supporta il Governo britannico che ha iniziato a scricchiolare a causa del partito degli Unionisti dell'Irlanda del Nord, che potrebbe votare contro il bilancio dello Stato per il prossimo anno, se non avrà garanzie sufficienti riguardo a come saranno gestiti i rapporti di confine con l'Irlanda.

Rimandare la Brexit ancora di qualche mese potrebbe essere anche una soluzione per evitare che questa venga utilizzata come cavallo di battaglia dai populisti sovranisti alle prossime elezioni europee.

Inoltre, la Brexit non sarà un vantaggio neppure per molti paesi europei, a partire da coloro che si affacciano sull'Atlantico e hanno rapporti di scambio diretti, via mare, con la Gran Bretagna.

Estendere il periodo dei negoziati potrebbe finire per essere un vantaggio per tutti, anche se però alcuni Paesi europei non escludono neppure una hard Brexit, ritenendo troppo esigui o praticamente inconsistenti per un accordo i risultati finora ottenuti.