Ci sono parole e frasi che ti riportano indietro nel tempo, ti fanno sentire più giovane e pieno di speranze.
"Toghe rosse" mi fa lo stesso effetto dell'odore del pane caldo nel forno che avevo sotto casa quand'ero piccolo.
Mi ricorda subito i bei tempi in cui Berlusconi (fu il primo in assoluto, bisogna riconoscerglielo), invece di giustificarsi di fronte all'opinione pubblica per i svariati reati di cui è stato accusato, tirava in ballo i famosi magistrati rossi complottisti.
In seguito, i magistrati hanno aperto procedimenti su esponenti politici di varia estrazione (perché noi italiani siamo fatti così, diciamo la verità: un po' svelti di mano, indipendentemente dal partito di appartenenza) e la balla spaziale delle "toghe rosse" è caduta un po' nel dimenticatoio.
Ci voleva il buon vecchio Salvini, che rappresenta il futuro del ballismo politico (dopo Berlusconi, Renzi e Grillo) per togliere "toghe rosse" dalla naftalina.
E lo ha usato proprio come il vecchio maestro.
Invece di chiedere scusa agli italiani per la falsificazione dei bilanci della Lega allo scopo di ottenere più contributi, l'ha buttata in caciara, gridando al complotto, all'attentato alla Costituzione e, finalmente, all'azione delle famigerate toghe rosse.
Nostalgia canaglia.