Mercoledì la Croazia si giocherà l'accesso alla finale del mondiale con l'Inghilterra, con ottime possibilità di passare il turno. A scorrere l'elenco dei giocatori della formazione della Croazia, infatti, ci sono nomi di calciatsori che militano nei più importanti club europei... Juventus, Barcellona, Real Madrid.

E vedendo la qualità messa in campo, senza dimenticare che anche in panchina la Croazia ha ottimi giocatori, viene da pensare alla stratosferica forza della nazionale che avrebbe potuto mettere insieme la Jugoslavia se non ci fosse stata la guerra nei Balcani e la dissoluzione di quello Stato.

La Croazia insieme a Bosnia, Slovenia, Serbia, Montenegro e Kosovo avrebbero potuto allestire una nazionale di calcio con giocatori che tra titolari e riserve avrebbe tranquillamente potuto far impallidire persino una nazionale composta da una selezione tra Argentina e Brasile.

Ma, nonostante ciò, la Croazia è riuscita ugualmente ad arrivare, con le sole proprie forze, alla semifinale di un mondiale. E non è neppure che tale impresa possa aver riunito le divisioni del passato. Escludendo i croati che si trovano in Erzegovina che non nascondono certo la loro soddisfazione, i bosniaci si chiedono se sia il caso o meno di tifare o non tifare per la Croazia, unica squadra dei Balcani riuscita a giungere alle semifinali.

In Serbia, i dubbi in tal senso sono risicati, se non assenti, come dimostrano le dichiarazioni del presidente Alexander Vucic: "Ho tolto il volume durante la partita Croazia-Russia. Non potevo ascoltare come i commentatori in televisione tifassero per la Croazia". Vucic, inutile ricordarlo, faceva il tifo per la Russia.

E ad ulteriore riprova di come uno sport popolare come il calcio sia o possa diventare, gioco forza, uno strumento politico, basti dire che parlamentari ucraini sono entrati in Aula indossando la maglia di Ivan Rakitic, centrocampista croato, autore del rigore che ha decretato la sconfitta della Russia ai quarti di finale del mondiale.