Nel dibattito che si è svolto nella seduta del 17 ottobre alla Camera, una parte della seduta è stata dedicata alla presentazione e alla votazione di mozioni che avevano come scopo quello di invitare l'attuale governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco a farsi da parte.

Invito, più o meno esplicito, rivolto al Governo che in base all'ultimo regolamento prevede che il Governatore venga scelto proprio dall'esecutivo, congiuntamente a Presidente della Repubblica e Banca d'Italia.

La nomina dell’attuale Governatore che risale al novembre del 2011 è in scadenza ed il suo rinnovo come previsto dalla legge avviene con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e relativo consenso del Consiglio dei ministri, dopo aver sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia.

L'irritualità di quanto avvenuto nella seduta di ieri è che le mozioni di tutte le forze politiche dicevano, seppure usando toni e termini diversi, una sola cosa: che l'attuale governatore Visco non continui il proprio mandato. E, sorpresa, anche una mozione PD si è espressa, con tutta la cautela che l'arte della retorica può consentire, in tal senso.

La mozione in oggetto era a firma Fregolent, Pelillo, Cinzia Maria Fontana, Tancredi. In una prima stesura poi rivista snei toni, il gruppo PD alla Camera ha chiesto di "impegnare il Governo ad adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l’efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini
della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema creditizio, individuando a tal fine, nell’ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’istituto, tenuto conto anche del mutato contesto e delle nuove competenze attribuite alla Banca d’Italia negli anni più recenti."

Tradotto, significa che anche il PD non vuole che a Visco venga rinnovato il mandato. Probabilmente Renzi, che in questi giorni ha detto di occuparsi di altro, ma non di politica ha pensato di dover sacrificare Visco sul'altare delle crisi bancarie che alle prossime elezioni gli verranno rinfacciate. Visco sarà così il capo espiatorio.

Non esistono comunicati ufficiali del presidente ella Repubblica, figuriamoci se fosse avvenuto. Comunque Mattarella ha fatto sapere alle agenzie "le prese di posizione riguardanti Bankitalia debbano essere ispirate a esclusivi criteri di salvaguardia dell'autonomia e indipendenza dell'Istituto nell'interesse della situazione economica dell'Italia e della tutela del risparmio degli italiani. A tali principi deve attenersi l'azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo."

Considerata la pilatesca prudenza fin qui mostrata dal soggetto, questa dichiarazione può essere quasi identificata come sonora incazzatura su quanto fatto dal Pd e da Renzi che, confermando il suo modo di far politica, ha negato qualsiasi suo intervento al riguardo rispetto a quanto fatto dai suoi deputati alla Camera... come se il maggiordomo Rosato, in veste di capogruppo, non avesse ricevuto alcun ordine in tale senso e non avesse agito al riguardo. Se ciò fosse vero sarebbe come aver avuto conferma che gli elefanti adesso possono volare!

Da parte di Gentiloni, nessuna dichiarazione ufficiale, ma è evidente che si adeguerà al nuovo diktat del segretario del suo partito. La sua precedente presa di posizione era quella di riconfermare Visco. Quindi, nuovo rospo da ingoiare per il nobile Gentiloni Silveri che, già dopo essere stato "sputtanato" con la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale (eventualità che lo stesso Gentiloni aveva sempre escluso) ecco di nuovo che nel giro di pochi giorni viene ancora una volta confermato il suo ruolo di marionetta al servizio del renzismo con la mancata riconferma di Visco alla guida di Bankitalia.

E la campagna elettorale non è neppure iniziata, almeno ufficialmente.