Esteri

Rabin, Arafat e la Guerra dei 30 anni di Netanyahu

La Conferenza di Madrid  del 1991 fu il primo tentativo da parte della comunità internazionale di avviare un processo di pace attraverso negoziati riguardanti da un lato Israele e dall'altro Siria, Libano, Giordania e l'ex Protettorato di Palestina.

Non fu cosa facile, a partire dagli israeliani che non riconoscevano i palestinesi, i quali dovettero partecipare come parte della delegazione giordana.
A loro volta Siria e Libano si rifiutavano di prendere parte a riunioni multilaterali fintanto che non vi fossero stati progressi concreti sul piano bilaterale.

Ad oggi, solo i negoziati tra Israele e la Giordania hanno portato infine a un trattato di pace, firmato nel 1994.

Infatti, gli Accordi di Oslo del 1993 tra Israele e Palestina rimasero disapplicati e con loro rimase sospeso la presenza temporanea di una forza internazionale di pace e il trasferimento di autorità relativo al controllo dei territori, all'educazione e alla cultura, alla salute e all'assistenza sociale, alla tassazione diretta e al turismo.

Questo avvenne perché nel 1995, poco dopo aver siglato Accordo di Oslo 2, il primo ministro israeliano e premio Nobel per la pace Yitzhak Rabin fu assassinato da Yigal Amir, un colono ebreo estremista e sionista di destra - fermamente contrario all'iniziativa di pace e particolarmente alla firma dei trattati siglati dallo stesso Rabin.

A seguire, il nuovo Primo ministro Benjamin Netanyahu bloccò la transizione alla formazione dello Stato palestinese prevista dagli Accordi di Oslo del 1993 e non ratificò l'Accordo ad interim del 1995, il così detto Oslo 2.

Successivamente, l'altro firmatario Accordi di Oslo 1 e 2, il leader della Organizzazione per la Liberazione della Palestina e premio Nobel per la pace Yasser Arafat, nel 1999 rifiutò la proposta di uno Stato palestinese nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza con capitale Gerusalemme est e l'indennizzo per i profughi palestinesi, rivendicando la sovranità palestinese anche sulla Spianata delle moschee, nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Infatti, nel 1996 Benjamin Netanyahu e il sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert avevano deciso di far passare un tunnel stradale proprio sotto la la Spianata delle moschee di al-Aqsa e della Cupola della Roccia, scatenando tre giorni di rivolte preludio della Intifada di Al-Aqsa avvenuta nel 2000.

Nel 2006, poco dopo il ritorno di Netanyahu ala guida del Likud dopo l'ictus che aveva colpito il suo fondatore Ariel Sharon, riprese la Guerra israelo-libanese con un'operazione militare su vasta scala dell'esercito israeliano per rappresaglia alla cattura di due suoi soldati da parte di militanti libanesi Hezbollah.

Israele, Libano e Siria sono tecnicamente in uno stato di guerra dal 1948.

Benjamin Netanyahu è il leader del partito conservatore Likud dal 1993, divenuto primo ministro per la prima volta con le elezioni del 1996. Da allora non è stato registrato nessun progresso nelle trattative di pace con i palestinesi.

Yasser Arafat - dopo essere sfuggito ad una decina di attentati - morì nel 2004 per morte cerebrale in seguito ad un «innaturale alto livello di polonio radioattivo nelle costole e nel bacino» di Arafat (circa 18 volte superiore al normale) per il quale specialisti dell'università di Losanna nel 2013 confermarono «un 83% di probabilità che sia stato avvelenato». 

Autore italianblogger
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