«In attesa del deposito della sentenza entro il 10 febbraio, l’Ufficio stampa della Corte costituzionale fa sapere che a conclusione della discussione la richiesta è stata dichiarata inammissibile per l’assorbente ragione dell’eccessiva manipolatività del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l’autoapplicatività della “normativa di risulta”. »

Così la Corte Costituzionale ha commentato nel pomeriggio di giovedì la decisione di respingere il referendum chiesto dalla Lega per rivedere l'attuale legge elettorale. 

Una bocciatura che sobriamente e nel pieno rispetto delle istituzioni, come si conviene ad un parlamentare della Repubblica, Salvini ha commentato in questi termini: «La Consulta dice di no al referendum sulla legge elettorale. È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e M5S sono e restano attaccati alle poltrone.  Ci dispiace che non si lasci decidere il Popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica».


D'altra parte, non avendo argomenti a cui appigliarsi per incendiare la sua propaganda, Matteo Salvini è costretto a riscrivere la realtà o a riadattarla in funzione della convenienza, come dimostra il titolo di Repubblica, Cancellare Salvini che, come ha dovuto spiegare il direttore Carlo Verdelli, era ovviamente inteso nel senso di "cancellare la spirale di paure contro lo straniero da lui fomentata con brutale insistenza". 

Naturalmente, Salvini sapeva benissimo che il titolo non aveva alcun riferimento alla sua soppressione fisica, ma per lui era ovviamente più conveniente farlo credere, confidando, tra l'altro, nel fatto che i suoi elettori siano presumibilmente degli sprovveduti, incapaci d'intendere e di volere.

Ovviamente, uno come Salvini non si arrende neppure all'evidenza e sull'argomento ha replicato così: "I leghisti sanno leggere, i direttori di Repubblica non sanno perdere o chiedere scusa... Ma li amiamo lo stesso!"


L'amorevole Salvini, uno che - se fosse vivente - definirebbe San Francesco un comunista buonista dopo averlo riempito di contumelie ed averlo "offerto" agli insulti dei suoi "amici" social, ieri ha pensato bene di deridere un ragazzo dislessico dichiarando: «Guardate la carica e la grinta che avevano pesciolini e sinistri poco fa a San Pietro in Casale. Se pensano di fermarci così... abbiamo già vinto!»


A Salvini ha risposto la Rete Universitaria Attiva UdU Ferrara: «Il nostro ex iscritto e militante Sergio Echamanov è stato preso di mira dalla "Bestia Social" di Salvini.Sergio è un ragazzo con molta voglia di fare, probabilmente non perfetto, ma con tanta voglia di imparare ogni giorno di più. Sergio è un ragazzo con DSA, che ha provato a darsi da fare per la comunità e che per la prima volta ha fatto un discorso pubblico, e come tutte le persone normali quando si parla davanti ad una piazza hai molta emozione. Ma per la Lega questo non importa, quello che gli importa è infamare.A Salvini importa usare i social per rovinare la vita alle persone, ma la cosa più grave è farlo con chi ha problemi e per di più così facendo fa perdere la voglia ai giovani di fare politica e attivarsi per la propria comunità.Piena solidarietà al nostro amico Sergio, con il quale continueremo a fare attività politica (anche se si blocca ogni tanto per l'emozione) che piaccia o meno a Matteo Salvini.Per tutti i ragazzi che sperimentano la cittadinanza attiva #IostoconSergio [e anche io, ndr]

C'è bisogno di aggiungere altro? Sì, questo...