"Chiediamo a chiunque non sia in grado di mantenere un distanziamento sociale di indossare una mascherina".

Questo quanto dichiarato  ieri alla nazione dal presidente Donald Trump in un intervento ufficiale, che ha fatto seguito alla riunione della task force sul coronavirus... a cui non è stato invitato il massimo virologo statunitense, il dottor Anthony Fauci.

Qualcuno deve essere finalmente riuscito a spiegare a Trump  che la situazione del contagio in Usa è fuori controllo e che qualcosa era necessario pur fare per contrastare la diffusione del virus.

Al 21 luglio sono stati 65.449 i nuovi contagiati e 1.124 i nuovi decessi, rispettivamente il 30% e il 48% in più di quanto registrato in media nelle ultime due settimane.

E tanto è grave la situazione negli Stati Uniti, che Trump è stato costretto ad ammettere, seppure a denti stretti, che i dati attuali sono destinati a peggiorare ulteriormente... prima di migliorare! 

L'esortazione di Trump ad indossare una mascherina è quanto mai sorprendente, stando a quanto da lui sostenuto in passato sull'argomento. Negli Stati Uniti, unico paese al mondo, indossare la mascherina era diventato un atto politico, era considerata una presa di posizione contro il presidente.

Nonostante Trump continui a definire il Sars-CoV-2 come il virus cinese, queste ultime dichiarazioni dimostrano come se non lui, almeno i suoi più stretti consiglieri si siano  resi conto che il coronavirus rischia di compromettere definitivamente le possibilità di riconferma dell'attuale presidente nella tornata elettorale di novembre, come dimostra l'ultimo sondaggio disponibile, condotto una settimana fa da Washington Post e ABC News. E', infatti, scesa al 38 per cento, dal 51 di fine marzo, la percentuale di quanti hanno espresso un giudizio positivo su quanto fatto dall'amministrazione Usa per contrastare la pandemia.

Dando prova della solita faccia tosta, Trump non ha mancato di sostenere che quanto fatto finora dagli Stati Uniti nella lotta contro il virus è stato qualcosa di eccezionale, molto più e molto meglio di ogni altro paese al mondo, e tutte le amministrazioni locali avrebbero ricevuto mezzi materiali  e finanziari più che sufficienti a farvi fronte.

A smentirlo, proprio in queste ore, ci hanno pensato il governatore dell'Oregon, Kate Brown, e quello del Maryland, Larry Hogan,  che alla PBS hanno segnalato di essere a corto del materiale necessario ad effettuare i test sulla popolazione.