Nell'incontro avuto con Guterres, Putin ha rispolverato il tavolo delle grandi occasioni, per rimarcare la distanza tra lui e l'occidente, anche se il segretario delle Nazioni Unite rappresenta una organizzazione di fatto non schierata.

Riprendiamo le dichiarazioni di Putin, relative al colloquio odierno, così come sono state diffuse dalla propaganda di Mosca (fonte Ria Novosti).

Putin ha sottolineato che la Russia è stata costretta a riconoscere l'indipendenza delle due autoproclamatesi repubbliche del Donbass per fermare il "genocidio della popolazione locale, organizzato da Kiev", dopo che Kiev ha rifiutato di rispettare gli accordi di Minsk.

Allo stesso tempo, il leader russo ha richiamato l'attenzione sul fatto che entrambe le repubbliche sono diventate indipendenti per analogia su quanto al tempo deciso dalla Corte internazionale di giustizia sul Kosovo.
 
"Ho letto personalmente tutti gli atti della Corte internazionale di giustizia sul Kosovo. Ricordo molto bene la decisione della corte internazionale, secondo la quale nell'esercizio del diritto all'autodeterminazione, questo o quel territorio di qualsiasi Stato è non obbligato a chiedere il permesso per dichiarare la propria sovranità alle autorità centrali del Paese. Questo è stato detto in relazione al Kosovo dalla corte internazionale. E questa decisione è stata sostenuta da tutti".

Così Putin ha giustificato  il riconoscimento della "sovranità" delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.
 

Sulle trattative con Kiev, il presidente russo ha dichiarato che Mosca è sempre stata disponibile a risolvere il conflitto attraverso la diplomazia e le parti hanno raggiunto una svolta significativa nei colloqui in Turchia.

Poi, secondo Putin, la Russia ha dovuto affrontare la provocazione di Bucha, delle cui vittime i russi non avrebbero alcuna responsabilità:

"Sappiamo chi è stato. Sappiamo chi ha preparato questa provocazione, con quali mezzi e che tipo di persone ci hanno lavorato", ha detto il presidente russo.
Successivamente a quanto accaduto, la posizione dei negoziatori ucraini sarebbe cambiata radicalmente, togliendo dal tavolo la Crimea, Sebastopoli e le repubbliche del Donbass. Nonostante ciò, Putin ha sottolineato che il Cremlino prevede di raggiungere comunque una soluzione per via diplomatica.


Il leader del Cremlino ha sottolineato che Mosca è pronta a collaborare con qualsiasi nazione:
 
"Viviamo in un mondo complesso. Siamo pronti a lavorare con tutti. Osserviamo, pertanto, con sorpresa alcune delle dichiarazioni dei nostri colleghi sul fatto che qualcuno nel mondo costituisca un'eccezione, rivendicando diritti esclusivi, mentre la Carta delle Nazioni Unite afferma che tutti i partecipanti alla comunità internazionale sono uguali tra loro, indipendentemente dalla potenza, dalle dimensioni e dalla posizione geografica. Penso che sia simile a quello che abbiamo scritto e appare nella Bibbia... lì tutte le persone sono uguali, di sicuro troveremo la stessa cosa nel Corano e nella Torah. Tutte le persone sono uguali davanti al Signore".


Putin ha parlato anche della situazione a Mariupol e di quanto sta accadendo a militari e civili rifugiati nell'acciaieria Azovstal che, nonostante le sue precedenti dichiarazioni (secondo fonti ucraine), oggi sarebbe stata pesantemente bombardata:
 "Sentiamo dalle autorità ucraine che lì ci sono dei civili. Ma i militari dell'esercito ucraino sono obbligati a rilasciarli. Altrimenti agiscono come i terroristi in molti paesi del mondo, come l'Isis in Siria, utilizzando i civili come scudi umani. La cosa più semplice da fare è far uscire queste persone. Perché è più facile", ha detto il presidente russo.

Questa "presunta" apertura di Putin, "in linea di principio", prevede il coinvolgimento dell'Onu e della Croce Rossa nell'evacuazione dei civili dallo stabilimento Azovstal, secondo quanto detto dalle Nazioni Unite in un comunicato.

"Seguiranno colloqui con l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari e il ministero della Difesa russo", ha affermato il portavoce Onu Stephane Dujarric in una dichiarazione successiva all'incontro odierno, a Mosca, tra Putin e Guterres.