Sin dall’inizio è necessario chiarire perché Dio misericordioso abbia dato all’azione salvifica una struttura sacramentale o, in altri termini, perché abbia legato la salvezza del mondo intero a Cristo e alla Chiesa. «La ragione fondamentale sta nel fatto che Egli ha voluto rispettare la natura dell’uomo, che è quella di essere spirito incarnato, con la conseguenza di doversi comunicare a lui, secondo modalità autenticamente umane. Ecco perché il Figlio di Dio si è fatto Carne e la sua Carne è diventata il cardine della salvezza - caro salutis cardo»[1]. Formulando un’ipotesi, possiamo dire che se la Chiesa stessa  è il “sacramento fondamentale di salvezza”, non si potranno contrapporre tra loro la “chiesa del sacramento e dei sacramenti” e la “chiesa della parola” né il sacramento e la parola, com’era usuale nella teologia controversistica[2]. Se la Chiesa stessa è il “sacramento fondamentale di salvezza”, a questo punto si dovrà vedere anche la Parola “come” essenza dei sacramenti e riconoscere che già la Parola dell’annuncio «contiene una presenza autentica del Signore che salva»[3], «essendo gli uomini stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla Parola di Dio viva ed eterna» (1Pt 1,23). 

Tanto è vero che in Sopoćko “l’essere cristiano” non deriva da un seme naturale, corruttibile o umano, ma da un seme incorruttibile e immortale[4]. Perciò, la Parola[5] che è auto-rivelazione di Dio misericordioso nella storia, si trova all’origine della “autentica rinascita spirituale interiore”. Essa diventa come “un cibo che nutre e fa crescere la vita interiore”. Diremo che tutte le parole umane più significative e sensate, le ideologie, le filosofie, sono semplicemente frutto dell’uomo e non possono essere paragonate al valore della Parola di Dio. Essa contiene il potere spirituale straordinario di salvare, di donare la vita eterna, di rigenerare e di rivelare l’infinita misericordia di Dio.

Nell’ecclesiologia del Nostro, troviamo la seguente prospettiva dell’azione salvifica della Chiesa: 

 «Cristo è il sacramento primordiale del Padre, il segno e lo strumento dell’incontro degli uomini con Dio. In Lui e per Lui l’amore trinitario si manifesta e si comunica agli uomini, come la risposta d’amore degli uomini si manifesta e si comunica alla Trinità. La Chiesa, mistico prolungamento di Cristo, ne ripresenta l’azione salvifica nel tempo e nello spazio. Essa è il sacramento radicale della misericordia»[6].

 Notiamo però che la parola stessa “sacramento” rischia di orientarsi verso i realia, verso le cose: i sacramenti, le opere, i mezzi di apostolato, l’organizzazione. Il sacramento della salvezza invece è lo stesso popolo di Dio, la congregatio fidelium, la comunità cristiana[7]. Effettivamente, usando «la distinzione di due aspetti di una stessa realtà, le due espressioni ecclesia congregans, ecclesia congregata: stanno per indicare la Chiesa che si raduna e si costituisce, quella radunata e costituita. Entrambe sono un duplice mistero di comunicazione e di comunione. Attraverso l’amministrazione dei sacramenti e delle cose sante, la Chiesa è una comunione dei santi, è un ovile e un gregge, è madre e popolo, è un seno materno, è fraternità»[8]. Sopoćko chiarisce questo concetto con un bell’immagine  e dice:

 «Il Figlio di Dio prima di tutto si unisce alla natura umana nel grembo della sua Madre Immacolata, poi si unisce a tutti i popoli nel grembo della sua Sposa - Chiesa, donando la misericordia, come ha predetto Maria»[9].

 Riguardo a «tale immagine, e a motivo dell’incarnazione del Figlio di Dio, tornano in mente le parole di Maria che cantano proprio la misericordia» (DM 7) «di generazione in generazione» (Lc 1,49), molte volte meditate e citate dal Nostro nelle riflessioni teologiche[10]. Proprio nel Magnificat (cf. Lc 1,50-54), come vedremo più avanti,  “misericordia” è reso con il termine greco έλεος, un vocabolo che sembra collegato con λήιoν, il dentale dell’aratro. Come l’aratro “rivolta” le zolle di terra, così la misericordia “rivolta” il terreno arido e indurito del cuore umano e lo prepara a ricevere la pioggia benefica della parola di Dio. Essa trasferisce e conserva sempre nel cuore il significato profondo di queste ispirate parole, poi le applica alle esperienze e alle sofferenze proprie della grande famiglia umana[11]. 

Infine sulle pagine del Diario di santa Faustina, che il Nostro esaminava  e correggeva accuratamente, possiamo leggere profonde e significative invocazioni alla misericordia che opera nell’azione salvifica della Chiesa: 

«Misericordia di Dio, nell’istituzione della Santa Chiesa. Misericordia di Dio, nel sacramento del santo battesimo. Misericordia di Dio, nella nostra giustificazione per mezzo di Gesù Cristo. Misericordia di Dio, che ci accompagni per tutta la vita. Misericordia di Dio, che ci abbracci specialmente nell’ora della morte. Misericordia di Dio, che ci doni la vita immortale»[12]. 

 Da questo testo, si desume esplicitamente che la Chiesa, mentre svolge l’azione salvifica e proclama la misericordia, vive pienamente una vita autentica e profondamente unita a Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo. La Chiesa, quando accosta gli uomini alla fonte inesauribile della grazia, secondo la sua natura, diventa in ogni momento la depositaria e la dispensatrice della misericordia. La Chiesa mentre accompagna gli uomini nella costante meditazione della Parola di Dio insieme ai sette sacramenti, realizza la sua missione di essere come «una madre capace di prendersi pienamente la cura dei propri figli»[13]. 

don Gregorio Lydek - ks. prof. Grzegorz Lydek



[1]  O. Semmelroth, La Chiesa come sacramento di salvezza, in Mysterium Salutis, VII, Queriniana, Brescia 1972, pp. 377‑437.
[2] Consideriamo che le difficoltà le ha superate Karl Rahner che, nell’orizzonte dell’impostazione trascendentale che gli è tipica, mutua il concetto di sacramento dalla cristologia per applicarlo poi all’ecclesiologia e alla sacramentaria. Egli, partendo dall’analisi della condizione storica dell’uomo, conclude che la rivelazione dovrà attuarsi nel rispetto di quella condizione, ed essere dunque simbolica e sacramentale. In questa prospettiva, «Cristo è la reale presenza storica della misericordia di Dio, divenuta escatologicamente vittoriosa e la Chiesa è ora il proseguimento, il perdurare attuale di questa presenza reale ed escatologica della vittoriosa e definitiva volontà divina di grazia, costituita da Dio nel mondo, nella persona di Cristo. La Chiesa è il rimanere presente di quella prima parola sacramentale, annunziante una grazia definitiva (…). Essa è effettivamente il sacramento primordiale, il punto di origine dei sacramenti nel senso proprio della parola»: K. Rahner, Chiesa e sacramenti, p. 16. In Rahner, dunque, il concetto di sacramento primordiale non deriva dalla dottrina sui sacramenti, ma dalla cristologia, con l’indubbio vantaggio, rispetto all’impostazione di Semmelroth, di porre l’accento, più che sull’essenza della Chiesa, sulla sua efficacia in ordine alla salvezza dell’umanità e del mondo. È questo uno sviluppo notevole della nozione di Chie­sa‑sacramento cui approderà nei suoi scritti successivi lo stesso Semmelroth: cf. Y. Congar, Un popolo messianico, p. 30; O. Semmelroth, La Chiesa come sacramento di salvezza, p. 377.
[3] J. Moltmann, La chiesa nella forza dello Spirito, Queriniana, Brescia 1975, p. 269.
[4] Cf. M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 19.
[5] Costatiamo che la Parola di Dio in Sopoćko è “auto-rivelazione di Dio nella storia”, in quanto espressa, scritta, incarnata ed efficace. Infatti, la Parola di Dio è creatrice (Gn 1,1 55,10-11). Dio ha parlato per mezzo dei profeti dell’AT (Eb 1,1; 2 Pt 1,21). Gesù, invece, ha proclamato la parola di Dio (Lc 5,1), come hanno fatto anche gli Apostoli (At 13,5; 17,13; 1 Ts 2,13) e i loro successori nell’annunciare con verità il “vangelo di Dio” (1 Ts 2,9), una realtà che è ad un tempo rivelatrice e salvifica (Rm 1,15-17; 1 Cor 1,18; 2 Cor 2,14-16). Gesù è la Parola preesistente che “divenne carne” (cf. Gv 1,14), la personale “auto-comunicazione di Dio”: cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. I, pp. 86-91.
[6] M. Sopoćko, Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 55.
[7] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 235.
[8] Y. Congar, Un popolo messianico, Queriniana, Brescia 1976, pp. 69-70.
[9] M. Sopoćko, Jezus Król Miłosierdzia, p. 127.
[10] Vedi M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, pp. 298-300: Pośrednictwo N.P. Maryi [L’intercessione di Maria Santissima], in “Wiadomości Archidiecezjalne Wileńskie” 6(1932), pp. 54-57; Dar Miłosierdzia, pp. 96-100; Jezus Król Miłosierdzia, pp. 206-210; Poznajmy Boga w Jego  Miłosierdziu, p. 101.
[11] Cf. W. Nowacki, Rodzina drogą Kościoła [Famiglia è la via della Chiesa], Red, Łomża 2005, pp. 379-382.
[12] F. Kowalska, Diario - la misericordia divina nella mia anima, pp. 554-555.
[13] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 250.