Il testo riportato di seguito è quanto pubblicato da Baobab Experience a commento di un'operazione di polizia che si è svolta nella mattina di mercoledì nella Capitale.
Ci abbiamo messo una giornata intera a ricostruire cosa fosse successo a Piazzale Spadolini ieri mattina.
11 ragazzi sono stati portati in via Patini, all'ufficio immigrazione della Questura di Roma: un altro intervento “blitz” mentre gli operatori dell'AMA gettavano via coperte e vestiti di chi dormiva nel Piazzale, giudicando evidentemente poco decorosa la povertà, così evidente sotto il grande palazzo di una banca.
Il numero dei ragazzi portati in questura ci è sembrato subito molto elevato: non ci sono 11 persone che dormono a piazzale Spadolini, di solito.
Allo stesso tempo, i ragazzi che sono in contatto con il nostro sportello legale, con il servizio di assistenza sanitaria o con le altre attività che mettiamo in campo quotidianamente, risultavano ancora presenti ad eccezione di un ragazzo eritreo.
Ieri sera abbiamo avuto conferma da lui che gli altri 10 portati in via Patini sono migranti che la notte dormono nelle brandine predisposte per l' “emergenza gelo” dentro la stazione Tiburtina.
Alle 5:30 di ieri (forse nel periodo più freddo della giornata) sono stati fatti uscire fuori dalla Stazione. Dopo un paio di ore, hanno trovato i blindati della polizia che, nonostante non stessero commettendo alcun reato, li hanno portati all'ufficio immigrazione.
Sia chiaro: che stessero dormendo o meno in strada, non c'è giustificazione per questo ennesimo atto di arroganza. L'ennesima azione che ha il solo effetto (ormai evidentemente mirato) di umiliare e generare frustrazione in chi è già in una condizione di vulnerabilità.
Quello che fa ancor di più rabbrividire, però, è come tutto questo ieri abbia visto palesarsi il cortocircuito tra Comune e Questura.
Il Campidoglio ha "offerto" un posto letto per ripararsi dal freddo in stazione, mentre la polizia era già pronta ad aspettarli fuori, per applicare quella che ha tutti i requisiti di essere un'azione basata su presupposti etnici: chi ha la pelle scura e si trova vicino alla stazione, viene portato in questura.
Non importa la tua storia, non importa se avevi da fare, non importa che tu non abbia commesso alcun reato: oggi devi rispondere del colore della tua pelle, della fattezza dei tuoi abiti, del tuo essere costretto a stare in strada alle 7 di mattina.
Chiediamo davvero a tutte e a tutti gli abitanti di Roma se questa è la città che vogliono, quella di cui si sentono parte. Se davvero, dopo quasi 2.800 anni, la capitale sia diventata un luogo dove chi è straniero viene perseguitato, fatto sentire indesiderato, umiliato.
Quello che succede a Piazzale Spadolini è solo una parte di questa aria ormai irrespirabile, un vento razzista che non può far parte di Roma; lo dimostrano anche le continue perquisizioni e identificazioni che avvengono quotidianamente sui mezzi pubblici e che riguardano solo le persone straniere, come riportato da numerose testimonianze degli ultimi giorni (www.dinamopress.it/news/ispezioni-razziste-negli-autobus-roma-difendersi-dagli-abusi/)
Qualcuno dovrà rispondere di quello che sta diventando Roma. Non è la questura, non è questa giunta complice: sta a noi, cittadine e cittadini, impedire che la nostra comunità diventi uno spazio inumano e razzista.