Cronaca

La comunicazione al tempo del Governo del cambiamento

«Uliveto ha seguito con entusiasmo l’avventura di tutte le nostre atlete pallavoliste, TUTTE senza alcuna distinzione. Nessuna forma di discriminazione ci appartiene e la vicinanza alla squadra ed alle sue componenti è dimostrata dalle tante foto pubblicate sui social. 

Contrastiamo pertanto fermamente qualsiasi insinuazione circa un atteggiamento diverso nei confronti di giocatrici che per noi hanno tutte lo stesso grande merito: quello di aver composto una fantastica squadra!»

Perché l'acqua Uliveto si è sentita in dovere di rilasciare questa dichiarazione sulla sua pagina Facebook? Perché ha festeggiato il secondo posto delle pallavoliste azzurre, sconfitte nella finale dei campionati del mondo dalla Serbia, con una pubblicità di ringraziamento in cui una bottiglia della propria acqua finiva per coprire le atlete di colore della squadra italiana, tra cui la giovanissima Paola Egonu, un fenomeno capace di fare da sola più di 30 punti a partita... la migliore giocatrice azzurra!

Un caso? Può darsi, difficile dimostrare il contrario. Però va anche detto che se all'Uliveto non sono dei razzisti, sono sicuramente dei... pasticcioni. Come è possibile ringraziare una squadra oscurando l'immagine della sua giocatrice migliore, più di una promessa nel volley mondiale? Per fare un esempio, uno sponsor del Barcellona ringrazierebbe la squadra catalana mostrando la foto dei suoi giocatori e coprendo con il proprio prodotto l'immagine di Messi? Giudicate voi.


Ma i cambiamenti nella comunicazione, al tempo del cambiamento, non si contano. In ogni caso, l'importante è ricordarsi che il "politically correct" non esiste più, come ci fa intendere il profeta del cambiamento Beppe Grillo in persona che domenica, dal palco pentastellato del Circo Massimo, nello stesso intervento ha minacciato Mattarella e ha dato del rincoglionito a metà degli italiani... paragonandoli a degli "autistici".

«Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspenghen [sic! mentre il nome corretto è Asperger]... c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo, [risate] hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici…»


Questo il commento di Gianluca Nicoletti alle parole di Grillo: «Gli autistici hanno diritto di essere trattati da cittadini come qualsiasi altro abitante del nostro paese. A dirtelo è un uomo a cui è stato diagnosticato di essere Asperger ed è molto contento di esserlo, in più è padre di un ragazzo autistico a basso funzionamento, che tiene con lui e combatte perché non debba finire rinchiuso e dimenticato quando non ci sarà lui a occuparsene.

Noi facciamo battaglie per diffondere cultura sulla neurodiversità, perché i nostri figli non siano le prime vittime degli atti di bullismo dei loro compagni di scuola, come dicono le statistiche. Se un leader politico arringa la folla sul disprezzo degli autistici torniamo indietro di anni luce…

Qui non è questione di essere grillini o antigrillini è questione di civiltà… Poi fai come vuoi, ognuno fa come vuole ormai…»


A questi esempi, si potrebbero associare i post del ministro dell'Interno, ripeto… del ministro dell'Interno Matteo Salvini, contro i migranti, le persone di colore e chiunque osi ricordargli che quello che dice e quello che fa è tutt'altro che normale.

In Italia, si stanno progressivamente sdoganando dei modelli di pensiero che nulla hanno a che fare e nulla hanno a che vedere con un Paese che desideri essere democratico, istigando sui social le persone verso teorici nemici, contro i quali vengono implicitamente autorizzate a scaricare il loro malessere, i loro problemi e le loro frustrazioni…

Naturalmente molte persone ben rispondono a tale invito, tanto da aver iniziato a scaricare il loro odio anche fisicamente, dando la caccia al nero come dimostrano gli ultimi fatti di cronaca.

E tutto ciò dovrebbe essere giudicato normale e non dovrebbe preoccupare?

Autore Romolo Dettori
Categoria Cronaca
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