L'attivista movimentista Alessandro Di Battista (la rima non è ovviamente voluta), in relazione alla crisi con il Venezuela prendendosela (chissà perché) con il ministro degli Esteri Moavero di cui sono in pochi a ricordare la sua presenza nel Governo, quest'oggi auspica che "l'Italia, con forza, sposi la linea del dialogo tra governo e opposizioni promossa da Messico e Uruguay. Se l'Italia sarà capace di farlo tanti altri paesi ci verranno dietro e, dopo anni, torneremo ad essere un paese capace di portare avanti una politica estera autonoma e rispettosa della nostra Costituzione."

Di quali paesi l'Italia, in special modo quella odierna, possa essere traino non è dato di capire, in ogni caso, a gelare le aspettative di Di Battista ci ha pensato una nota della Presidenza del Consiglio:

"L’Italia, in linea con la Dichiarazione adottata dall’Alto Rappresentante UE a nome dei 28 Paesi membri il 26 gennaio scorso, ribadisce la sua massima preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Venezuela. A tal fine si ricorda che l’Italia non ha mai riconosciuto le elezioni presidenziali tenutesi nel maggio 2018 e ribadisce la necessità di indire quanto prima nuove elezioni presidenziali.

L’Italia, in qualità di membro del Gruppo di Contatto Internazionale istituito in occasione della Riunione dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea a Bucarest, è a favore di ogni iniziativa diplomatica che favorisca un sollecito, trasparente e pacifico percorso democratico ed eviti lo stallo nel Paese nel primario interesse di tutto il popolo venezuelano e della numerosa comunità italiana che vi risiede.

L’Italia auspica infine che ogni sforzo collettivo sia mirato a non alimentare le divisioni interne al Paese e nell’ambito della Comunità internazionale."

La dichiarazione di Conte, ad esser sinceri, non è così "partigiana". Ma, in ogni caso, schiera l'Italia dalla parte dell'Ue. Giovedì, l'Italia non aveva votato ha favore della linea Mogherini che chiedeva nuove elezioni in Venezuela. Oggi, a quanto pare è ritornata sui propri passi.

Quali saranno le mosse dell'Ue per il Venezuela? Creare un gruppo di contatto di Paesi europei e latinoamericani per contribuire alla ricerca di una soluzione pacifica alla crisi entro 90 giorni. Federica Mogherini ha detto che il gruppo avrà l’obiettivo di "costruire fiducia e creare le condizioni necessarie perchè emerga un processo credibile … consentendo ai venezuelani di determinare il loro futuro con la tenuta di nuove elezioni".

La decisione di Roma, probabilmente, è arrivata dopo che qualcuno ha ricordato al Governo che il numero di italiani presenti in Venezuela, come gruppo etnico, non è affatto irrilevante e che quelli non sono tra coloro che pensano che Maduro debba continuare a ricoprire l'incarico di presidente.

Nel frattempo, mentre l'amministrazione Trump ha avviato il blocco delle attività finanziarie del governo Maduro e delle aziende di Stato ad esso collegate negli Stati Uniti, l'autonominatosi presidente Guaido cerca di convincere l'esercito a schierarsi dalla sua parte. Finora, anche durante crisi precedenti, l'esercito è sempre rimasto fedele al presidente in carica.