Nei giorni scorsi, l'Arabia Saudita ha messo in atto quello che già da tempo aveva annunciato: l'esecuzione di circa 50 terroristi. Tra costoro, è stato giustiziato anche l'imam sciita Nimr al-Nimr la cui unica colpa è stata quella di aver incanalato la protesta della primavera araba anche nell'est del paese saudita, aggregando la richiesta di rinnovamento e riforme di migliaia di giovani. Quindi, non proprio un terrorista, visto che predicava anche la non violenza. L'esecuzione è stata giudicata dall'Iran come una vera e propria provocazione che ha portato a far salire la tensione tra i due paesi. Dopo l'incendio dell'ambasciata saudita a Teheran, messo in atto dalla folla (non fermata dalle forze dell'ordine iraniane) per manifestare la propria indignazione nei confronti dell'uccisione di Nimr al-Nimr, il regime di Riad ha deciso di rompere le relazioni con gli ayatollah, espellendo dal paese i diplomatici iraniani, dopo che già aveva richiamato in patria i propri. L'escalation tra Riad e Teheran, per ora solo all'inizio e di cui è difficile definirne gli sviluppi, parrebbe alimentato da motivi religiosi, dalle storiche lotte tra sunniti e sciiti di cui Arabia Saudita e Iran fanno da riferimento. Ma è solo questo il motivo? Infatti non va dimenticata la crisi del prezzo del petrolio che ha visto scendere il prezzo del greggio a livelli tali da rendere l'estrazione non più un affare, ma una rimessa. I sauditi, all'interno dell'Opec, hanno finora spinto perché non ci fosse una regolamentazione della produzione all'interno del cartello, in modo da mettere in ginocchio le estrazioni del greggio non convenzionali ed i paesi dove viene praticata, soprattutto gli USA dove già sono fallite e stanno per fallire molte aziende legate a questo tipo di attività, senza contare le possibili implicazioni finanziare con obbligazioni e prestiti che molto probabilmente non verranno onorati. In questo scenario, va collocato anche l'Iran che, venute meno le sanzioni, potrà di nuovo vendere il proprio petrolio all'estero. Quali saranno le scelte degli iraniani e come queste potranno impattare il prezzo del petrolio e la politica dell'Opec, finora condizionata dalle decisioni dell'Arabia Saudita? Forse dobbiamo guardare anche a tali scenari per spiegare gli avvenimenti fin qui registrati e i prossimi svilupi, che sicuramente non mancheranno. (crediti foto: Muhaidib per en.wikipedia.org)