La pandemia è acqua passata per una larga parte del mondo imprenditoriale che spinge per riprendere quanto prima la normale attività. 

Mentre il premier Conte in un’intervista alla Bbc dichiarava che è arrivato il momento di scegliere i settori produttivi in grado di riavviare la loro attività, allentando alcune misure già entro la fine di questo mese (il "lockdown" per le famiglie sarà esteso almeno fino alla fine di aprile), il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, in conferenza stampa a Marghera dalla sede della Protezione Civile, diceva che, in base alla sua impressione, almeno il 60% delle aziende venete avesse già riaperto, pertanto "è inutile che continuiamo a ragionare di lockdown a livello nazionale, non bisogna essere ipocriti... il lockdown non esiste più: ora bisogna ragionare di lavorare in sicurezza e riaprire quello che è ancora chiuso". 

Annusata l'aria che tira, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil - Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo - hanno scritto a Conte per concordare un incontro. 

Quale il motivo? Quello "di confrontarsi anche sui problemi relativi all’applicazione del protocollo della sicurezza nei luoghi di lavoro e alle decisioni che il Governo intende assumere in relazione alle attività sospese, per ora fino al 13 aprile prossimo, perché considerate non essenziali a seguito del necessario contrasto e contenimento della diffusione del Virus Covid-19, nel rispetto della valutazione del Comitato tecnico scientifico".

Quindi, considerando che il Governo e i suoi ministri tenteranno di evitare riunioni per Pasqua e Pasquetta, è molto probabile che tra meno di 48 ore conosceremo le misure del nuovo dpcm con cui il premier annuncerà il prolungamento dell'attuale quarantena almeno fino alla fine del mese. 

Confindustria, però, forzerà per riprendere le attività delle aziende già da metà mese, i sindacati pretendono garanzie e nessuna fretta.