In Israele, da tempo, è un tutti contro tutti di cui l'attuale premier, Benjamin Netanyahu, è il principale responsabile. Il collante che finora ha tenuto insieme la nazione - adesso allo sbando anche dal punto di vista economico oltre che sociale - è la guerra... che più che contro Hamas è ormai praticamente contro chiunque, a partire dai palestinesi che gli israeliani vogliono cacciare anche dalla Cisgiordania (terra che gli "ebrei" israeliani riconoscono solo come Giudea e Samaria).

Ma anche la guerra sta ultimamente diventando causa di divisioni.

Gli haredi, minoranza di ultraortodossi che passano il loro tempo a studiare i testi sacri (quando non sono impegnati a molestare religiosi e praticanti di altre confessioni) finora non erano soggetti all'obbligo di leva. Adesso, dopo una sentenza della Corte Suprema, non è più così, ma i giovani haredi - ovviamente - di farsi ammazzare a Gaza non ne vogliono sapere e i loro rappresentanti alla Knesset cercano di evitare una legge che li consideri al pari degli altri cittadini. La cosa non è gradita specie a coloro che in tutta Israele da mesi protestano per la liberazione dei prigionieri detenuti nella Striscia e perché Netanyahu si faccia da parte, così quando ieri hanno visto passare un auto con il capo di uno  dei due partiti che in Parlamento rappresentano gli haredi, l'hanno letteralmente presa a calci, minacciando di fare altrettanto - se non peggio - a chi era al suo interno.

E anche la gestione dei prigionieri palestinesi è, nelle ultime ore, divenuta motivo di scontro e divisioni, stavolta all'interno delle stesse istituzioni israeliane.

Oggi il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, ha chiesto le dimissioni del direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, dopo che si è diffusa la notizia della liberazione del direttore dell'ospedale al-Shifa, rilasciato insieme ad altri 55 detenuti palestinesi e rispedito nella Striscia di Gaza.

Il direttore dell'al-Shifa, Mohammad Abu Salmiya, era stato arrestato dalle truppe del "morale" esercito israeliano a novembre, con l'accusa di aver permesso ad Hamas di usare l'ospedale di Gaza City come centro operativo. 

Il motivo dell'arresto era stato propagandato al tempo per giustificare l'assalto all'ospedale, una delle tante nefandezze compiute a Gaza dall'esercito dello Stato ebraico dal 7 ottobre. Lunedì il rilascio è stata l'occasione per un reciproco scambio di responsabilità e accuse tra le più alte cariche dello Stato.

Nel mezzo del furore politico per il rilascio di Abu Salmiya, ministri e alti funzionari della sicurezza si sono scambiati le colpe cercando  di evitarne le responsabilità. Il primo ministro ha detto che l'Alta Corte ne è almeno parzialmente responsabile, i leader dell'opposizione hanno detto che il governo ha fallito e dovrebbe andare a casa, mentre lo Shin Bet ha detto che sta dicendo da un anno che non ci sono abbastanza celle per trattenere i sospettati, e che Ben Gvir e altri al governo hanno ignorato il problema che era stato fatto loro presente. Si potrebbe poi aggiungere che Ben Gvir afferma da tempo di voler far approvare una legge per sparare in testa ai prigionieri... 


Queste, invece, sono state le prime dichiarazioni rilasciate dal dottor Mohammed Abu Salmiya, una volta liberato:

"I prigionieri vivono in condizioni tragiche a causa della mancanza di cibo, bevande e umiliazioni. Centinaia di persone del personale medico vengono prese di mira e diversi prigionieri sono morti sotto tortura. I detenuti hanno perso fino a 30 chilogrammi a causa delle privazioni alimentari, delle torture e delle aggressioni. Il tribunale israeliano non ha confermato alcuna accusa contro di noi e ci è stato impedito di incontrare qualsiasi avvocato. Chiediamo alle organizzazioni internazionali di visitare i prigionieri nelle carceri israeliane e di prendere atto delle terribili condizioni. in cui sono costretti a vivere".

Dichiarazioni che, come al solito, il democratico occidente con la sua democraticissima stampa ignoreranno o non gli daranno alcun peso, come accade ormai da decenni... perché si è diffusa la convinzione che denunciare i crimini dello Stato ebraico sia antisemitismo!



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