Il Milan, dopo la parentesi cinese, si è rifatto il look, cambiando alcuni giocatori e l'asset societario, con nuovi dirigenti più credibili rispetto al passato grazie anche al fatto che possono contare su una base finanziaria certa, solida.
A rafforzare la dirigenza del Milan, il recente arrivo, già ampiamente annunciato a inizio estate, di Ivan Gazidis (ex ceo dell’Arsenal) che dal 1 dicembre sarà il nuovo amministratore delegato dei rossoneri.
Un acquisto di "peso" che, secondo la Gazzetta dello Sport, sarà rafforzato da quello di Umberto Gandini, già direttore organizzativo del Milan Fininvest, oggi ad della Roma. Secondo la rosea, Gandini sarebbe in procinto di lasciare il suo attuale incarico per approdare di nuovo a Milano.
Questi due nuovi arrivi - anche il secondo lo diamo per certo - vanno visti anche sul piano dell'immagine internazionale del club che nei prossimi mesi dovrà nuovamente confrontarsi con l'Uefa per risolvere la vicenda che l'ultima sentenza del TAS ha solo rimandato.
Il problema, però, è che risolto l'assetto societario, rimane quello tecnico. Rino Gattuso è rimasto l'ultimo tassello a ricordare il Milan cinese ed il suo ruolo è ovviamente legato ai risultati, ma non nel medio o lungo periodo come ci si attenderebbe normalmente con un allenatore.
La sua riconferma voluta dal duo Fassone Mirabelli adesso è al vaglio dei nuovi dirigenti che ne devono valutare le capacità basandosi su risultati che, al momento, sono alquanto altalenanti. Il pareggio con il Cagliari, seppur in trasferta, e la vittoria striminzita e fortunosa con una squadra lussemburghese in Europa League non sembrano essere le basi per dare all'attuale dirigenza la certezza che a fine stagione il Milan possa almeno lottare per uno dei quattro posti in Champions League.
Quindi, i prossimi appuntamenti con Atalanta, Empoli e Sassuolo saranno decisivi per conoscere se Gattuso sarà in grado di continuare o meno la sua "avventura" al Milan. Nel frattempo, Antonio Conte è disponibile.