Gianfranco Pagliarulo, Anpi: La cultura politica della Meloni? Quella del ventennio
L'attuale presidente dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, è stato intervistato dall'agenzia Dire in rapporto al fatto se costituisca un problema o meno che Giorgia Meloni possa diventare premier.
Secondo Pagliarulo la risposta è affermativa, perché la Meloni è una neofascista.
“In primo luogo – premette Pagliarulo – vedremo se Meloni diventerà davvero Presidente del consiglio. Leggevo proprio oggi che già ipotizza di andare a elezioni anticipate dopo l'elezione del presidente della Repubblica. Ma mi colpisce un fatto: sto leggendo il volume della Meloni e nelle prime 120 pagine non c'è mai la parola ‘fascismo'. Una sorta di rimozione per cercare di presentarsi come lontana da quella vicenda e dalla sua storia anche se la sua biografia è chiara”.
Lei pensa che si tratti di un imbellettamento del fascismo e non di una presa di distanza consapevole?
“Sì penso che sia un imbellettamento e la contraddizione viene rivelata dal comportamento di tanti rappresentanti di Fdi, come l'assessora all'istruzione della regione Veneto, Donazzan, che ha cantato ‘Faccetta nera' in una radio privata e poi ha celebrato il 25 aprile in un luogo dove in realtà di intendeva ricordare dei torturatori giustiziati dai partigiani”.
La Meloni si porta dietro dei fascisti convinti?
“Penso proprio di sì – risponde Pagliarulo –. La cultura politica che si porta dietro la Meloni è chiara e distinta e vede nel ventennio un sistema di valori, assieme anche ad altre culture politiche. Quella di Salvini è invece una cultura politica più confusionaria. Ma a me pare impensabile ignorare che una delle culture politiche di Fdi, e mi pare la dominante, sia proprio in ultima analisi quella neofascista”.
Un problema, quello sollevato dal presidente dell'Anpi, per nulla irrilevante, ma che continuerà ad essere taciuto da chi dovrebbe svolgere il ruolo di cane da guardia a protezione dei cittadini e a garanzia della libertà e della democrazia: i giornalisti.
In Italia, per lo più, i giornalisti svolgono il ruolo di galoppini e/o propagandisti, offrendosi all'arruffapopoli di turno per servirlo e compiacerlo in ogni suo desiderio, purché gli garantisca la pagnotta, in base al detto "Franza o Spagna purché se magna".
Ed è grazie a loro che dei populisti d'accatto vengono descritti come geni della politica, statisti di livello interplanetario... come nel caso di Giorgia Meloni.
Vogliamo fare degli esempi? E perché no?
Ecco che cosa ha detto la "signora" Meloni poche ore fa:
“Lampedusa di nuovo sotto assedio dall'immigrazione clandestina e incontrollata, con migliaia di sbarchi in pochissimi giorni. Fermare l'immigrazione illegale è un DOVERE della politica e del governo italiano: BASTA sbarchi”.
L'italiota di turno, quello afflitto da un perenne prolasso mandibolare che va in giro a bocca aperta disposto a bersi tutto quello che gli viene detto, sicuramente applaudirà alle parole della Meloni.
Ma ammesso anche che la Meloni possa aver comunque ragione, perché qualcuno non le chiede allora come lei impedirebbe gli sbarchi a Lampedusa? Perché uno straccio di giornalista non le chiede in che modo impedirebbe lo sbarco di un gommone stracarico di persone distante mezzo miglio da Lampedusa?
Sono anni che Meloni dice di voler impedire gli sbarchi, ma nessuno le ha fatto ancora una tale banalissima domanda... eppure non sembra tanto complicata e neppure campata in aria.
E che dire degli stessi giornalisti che organizzano delle manifestazioni a supporto della censura a cui sono sottoposti i loro colleghi in Ungheria?
Meloni dice che l'Italia deve diventare come l'Ungheria e per lei Orban è un modello. Ma qualcuno si è premurato di ricordarle che quello di Orban è un regime antidemocratico, addirittura quasi fascista? No, nessun giornalista lo ha fatto.
Non solo. Meloni dice di voler promuovere gli interessi dell'Italia, parla di patria, patrioti, interessi nazionali prima di ogni altra cosa... di un' "Italia über alles". Ma qualche giornalista ha mai chiesto conto a Meloni del perché allora stimi così tanto il camerata Orban?
Finora, il presunto benessere economico made in Budapest si è basato sulle regalie fatte da Orban, grazie ai fondi europei, alle aziende (anche italiane) per spostare i loro stabilimenti in Ungheria. In pratica la Meloni esalta uno che ruba il lavoro anche, se non soprattutto, agli italiani, grazie al fatto che il lavoro che lui garantisce nel suo paese è sottopagato.
Ma uno straccio di giornalista ha mai fatto notare a Giorgia Meloni tali bestiali contraddizioni da lei sciorinate quasi quotidianamente?
No. E giustamente, dal suo punto di vista, la Meloni si spaccia come politica accorta e conservatrice pronta a bacchettare chiunque non condivida le sue ricette neofasciste. E se poi qualcuno ricorda che tutto ciò è possibile perché in Italia non esistono editori puri ed i giornalisti finiscono per essere dei semplici burattini dell'industriale con le pezze al sedere pronto a servire tramite il suo giornale questo o quel politico in cambio di un finanziamento a fondo perduto, allora diventa un complottista bugiardo e visionario.
Però, poi, una neofascista rischia di diventare premier. E questa è realtà.