Economia

Istat: a luglio gli italiani, consumatori e imprese, "ritengono" di avere fiducia

Immancabile come ogni mese, e come è giusto che sia per un dato Istat, la statistica che indica la fiducia dei consumatori e delle imprese, che, però, dovrebbe essere anche introdotta come la statistica dell'inutilità o la statistica del nulla. La consolazione è che tale dato viene raccolto e diffuso non solo dall'Istat ma anche dagli altri paesi. Una volta tanto, non siamo soli nel fare cose inutili.

Per quanto riguarda la cronaca, a luglio 2016 è stato registrato in aumento sia l'indice del clima di fiducia dei consumatori, che da 110,2 del mese di giugno è arrivato a toccare quota 111,3, sia l'indice composito del clima di fiducia delle imprese, in questo caso passato da 101,2 del mese precedente a 103,3.

Perché questa statistica è definibile inutile? Perché non si basa su dati reali, ma semplicemente su opinioni raccolte telefonicamente. Opinioni, va detto che si basano su sensazioni, prospettive, e qualche dato reale (in merito all'andamento degli ordinativi e delle scorte di magazzino per quanto riguarda le imprese), anche se i dati sulle vendite sono relativi a sensazioni se non a speranze.

E tanto per essere precisi, questa è la metodologia utilizzata dall'Istat per elaborare questa statistica che, più correttamente, dovrebbe essere chiamata sondaggio.

In dettaglio, il clima di fiducia dei Consumatori è "elaborato sulla base di nove domande ritenute maggiormente idonee per valutare l’ottimismo/pessimismo dei consumatori (e precisamente: giudizi e attese sulla situazione economica dell’Italia; attese sulla disoccupazione; giudizi e attese sulla situazione economica della famiglia; opportunità attuale e possibilità future del risparmio; opportunità all’acquisto di beni durevoli; giudizi sul bilancio familiare). I risultati delle nove domande, espressi in forma di saldi ponderati su dati grezzi, sono aggregati tramite media aritmetica semplice; il risultato è poi riportato a indice (in base 2010) e destagionalizzato con il metodo diretto".

Il clima di fiducia delle Imprese per settore è "elaborato tramite media aritmetica semplice dei saldi destagionalizzati delle domande ritenute maggiormente idonee per valutare l’ottimismo/pessimismo delle imprese. Il risultato è poi riportato a indice in base 2010. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere include giudizi sul livello degli ordini, giudizi sul livello delle scorte di magazzino (con segno invertito) e attese sul livello della produzione. Le domande che contribuiscono al calcolo del clima di fiducia delle imprese delle costruzioni comprendono i giudizi sul livello degli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull’occupazione. Per le imprese dei servizi di mercato il calcolo del clima di fiducia comprende le domande su giudizi e attese sugli ordini e sulla tendenza dell’economia. Per le imprese del commercio al dettaglio, infine, il clima include le domande riguardanti i giudizi sulle vendite, le attese sulle vendite e i giudizi sulle scorte (con il segno invertito)".

Per quanto riguarda la modalità pratica, "la raccolta dei dati mensili avviene nei primi 12 giorni lavorativi del mese di riferimento. La rilevazione è effettuata attraverso interviste telefoniche svolte con la tecnica Computer assisted telephone interviewing (Cati). Il campione, di numerosità pari a circa 2.000 unità, è casuale a due stadi, proporzionale all’universo della popolazione residente italiana adulta al 1° ottobre 2012, stratificato per ripartizione geografica e ampiezza dei comuni di residenza".

Purtroppo, però, al di là dell'ottimismo sul clima (forse inteso più come meteorologico piuttosto che come economico) i dati reali ci dicono che nei primi sei mesi dell'anno l'Italia è in deflazione e, al di là della fiducia, non si riesce a capire come la situazione possa cambiare, visto che neppure il Governo sembra accorgersi di ciò che accade realmente nel paese.

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
ha ricevuto 100 voti
Commenta Inserisci Notizia