Serie A, Napoli-Parma 2-1: Bonny illude, Lukaku e Anguissa regalano il successo

Nella terza giornata di Serie A il Napoli vince in rimonta 2-1 contro il Parma. Al Diego Armando Maradona i Ducali si illudono di poter conquistare i tre punti giocando un buon calcio, una prova di carattere da parte degli uomini di Pecchia che fanno bene nella prima frazione passando al 19' su rigore trasformato da Bonny dopo un'incursione bruciante di Sohm. Nella ripresa Conte manda in campo Lukaku che al 91', sfruttando anche l'espulsione del portiere Suzuki (Del Prato tra i pali al 76') dà il via alla rimonta. Di Anguissa, al 97', il gol che regala al Napoli il successo insperato.


Serie A, Lazio-Milan 2-2: Leao dalla panchina salva Fonseca all'Olimpico

Lazio-Milan si fermano sul 2-2 nella terza giornata di Serie A. All'Olimpico, Baroni e Fonseca pur cambiando le carte in tavola non hanno trovato le risposte desiderate, ma soprattutto i tre punti in una sfida ricca di occasioni da gol. Milan avanti all'8 con il primo gol italiano di Pavlovic ma ribaltato nella ripresa nel giro di quattro minuti dalle reti di Castellanos e Dia. A quel punto Fonseca ha mandato in campo Hernandez e Leao trovando il pareggio con il portoghese nel giro di trenta secondi.


Serie A, Bologna-Empoli 1-1: Gyasi risponde a Fabbian

Bologna ancora a secco di vittorie in questo avvio di campionato. Nella terza giornata di Serie A la squadra di Italiano pareggia 1-1 con l'Empoli e fatica a risalire la classifica. Al Dall'Ara nel primo tempo Fabbian (2') sblocca il match sugli sviluppi di un corner, poi Gyasi (4') pareggia subito su assist di Pezzella e Solbakken e Orsolini si divorano due grandi occasioni. Errori che segnano la gara. Nella ripresa, infatti, nonostante la maggior pressione rossoblù le squadre si annullano e il risultato non cambia più. 


Serie A: il Lecce si sblocca, Krstovic firma il successo sul Cagliari

La prima vittoria del Lecce arriva in dieci uomini, dopo una gara di grande sacrificio. I salentini sbloccano il match contro il Cagliari, di fronte al pubblico del Via del Mare, al 26': sponda di Gaspar e zampata di Krstovic. Nel finale del primo tempo, però, il rosso a Dorgu (45') riapre i giochi. Le parate di Falcone e i legni fermano i rossoblù, che perdono l'imbattibilità stagionale e si fermano a due punti. Sale a quota 3, invece, il Lecce. 


L'Inter si diverte con l'Atalanta e Inzaghi inventa ancora: messaggio alle rivali

Mentre le ultime ore di calciomercato scorrevano in avanti, inesorabili, in attesa del gong finale e tante squadre ancora aspiravano – e aspirano, non dimentichiamo gli svincolati – a fare l'ultimo colpo, la “vecchia” Inter (nel senso che dei nuovi ha giocato solo Taremi, per dieci minuti scarsi) faceva quel che voleva contro l'Atalanta, dando un segnale ben preciso al campionato e alle rivali. Il risultato rotondo, come quello di febbraio nello scorso campionato, fa impressione ma forse ancor di più impressiona come è arrivato perché più di qualcuno aveva storto il naso dopo il pari all'esordio col Genoa e la vittoria per “solo” 2-0 con il Lecce della scorsa settimana.
Giusto ricordare come l'Atalanta fosse in emergenza, soprattutto in difesa, ma l'Inter ha messo la partita in discesa nei primi minuti del match, con una voglia e una aggressività che ha mandato subito a monte il piano di Gasperini, riducendo la scusante delle assenze per i bergamaschi che, casomai, possono appellarsi al dilagare avversario nell'impossibilità di fare troppa rotazioni e nel normale tempo che servirà ai nuovi per integrarsi nel sistema.

L'orchestra Inter non sembra aver perso quella fame che Inzaghi le chiede, incessantemente, dal primo giorno perché sa che la pancia piena con le due stelle è il più grosso pericolo che possa entrare nel gruppo interista, in una annata che si preannuncia difficile perché si vuole lottare ancora per lo scudetto ma facendo una strada migliore in Champions League rispetto alla scorsa senza dimenticare che tante rivali, Juve su tutte, si sono ampiamente rinforzate.

Non che l'Inter sia stata ferma sul mercato ma ha preferito il valore delle idee a quello degli acquisti per aggiungere qualcosa, e in questo senso si è notata ancora più capacità di dare pochi punti di riferimento agli avversari, soprattutto se giochisti come l'Atalanta: Dimarco che non si limita a svariare verso l'altra fascia ma spesso si accentra diventando quasi trequartista, Pavard “in versione Lucio del Triplete” con discese improvvise ad aumentare la presenza nella trequarti offensiva e la solita capacità delle due punte di trovare, a turno, profondità e difesa del pallone per far salire i compagni. Tutto questo, con la solita intelligenza dei tre mediani a ricoprire la linea difensiva in caso di avanzamenti finanche esagerati (vedi un paio di sgroppate di Acerbi sino dalle parti di Carnesecchi).

Quando l'Inter gioca così, e si diverte così, è dura per tutti: anche perché bisogna considerare che ha prodotto un poker contro l'Atalanta con un Lautaro Martinez al 30-40%, le rivali sono avvisate.

 
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Fiorentina, il saluto ad Amrabat: “Professionalità mostrata fino al 120′ dell'ultima partita”

Con un post sui propri canali social, la Fiorentina saluta così Sofyan Amrabat che da poco si è trasferito al Fenerbahce in prestito con diritto di riscatto: “Grazie Sofyan per la tua professionalità, dimostrata fino al 120' dell'ultima partita, con il giglio sul petto”.
Il riferimento è al recente match contro la Puskas Akademia, valido per il ritorno dei playoff di Conference. A causa del pareggio ungherese a un soffio dal fischio finale, la sfida è proseguita ai supplementari e poi ai calci di rigore (dove ha prevalso la squadra di Palladino).


Clamoroso Osimhen: resta a Napoli, ma fuori rosa

Victor Oshimen resta al Napoli da fuori rosa. Nell'ultimo giorno di mercato è sfumata sia la pista che avrebbe portato il nigeriano al Chelsea, sia quella che sembrava ormai vicina alla conclusione tra gli arabi dell'Al-Ahli e il Napoli. Le due trattative sono saltate per motivi diversi, ma la conseguenza è che adesso il giocatore rimarrà al Napoli fuori dal progetto tecnico. I rapporti tra Osimhen e la società sono gelidi, anche con Antonio Conte i rapporti sono molto freddi, quindi pensare a una riconciliazione appare molto difficile. Al momento è escluso che l'allenatore del Napoli possa prenderlo in considerazione per un utilizzo in campo.

Perché è saltata la trattativa con l'Al-Ahli
Il problema è stata la distanza tra l'offerta dell'Al-Ahli e il Napoli. Osimhen aveva già dato l'ok a un contratto da 40 milioni a stagione per 4 anni, con una clausola rescissoria che gli avrebbe permesso di rescindere l'accordo già a partire dalla prossima sessione di mercato. Tuttavia mancava l'intesa tra il Napoli e il club arabo: la società azzurra aveva chiesto 5 milioni di euro in più rispetto agli 80 già messi sul piatto, l'Al-Ahli si era infastidito per questa richiesta e alla fine ha preso Toney al posto di Osimhen. Teoricamente il mercato in Arabia Saudita chiude lunedì 2 settembre, ma non è previsto un altro rilancio da parte del club saudita.

Perché è saltata la trattativa con il Chelsea
Discorso diverso per quanto riguarda il Chelsea. Il club inglese aveva già l'accordo economico con il Napoli, mentre mancava l'intesa con Osimhen: il contratto offerto all'attaccante era di 4 milioni fissi più altri 4 milioni legati all'eventuale qualificazione del Chelsea in Champions e a un certo numero di presenze, un contratto inferiore rispetto a quello che lo lega al Napoli (senza qualificazione in Champions, Osimhen avrebbe guadagnato soltanto 4 milioni). Pertanto sarebbe stato necessario da parte del Chelsea un aumento dell'ingaggio ad almeno 8-9 milioni all'anno fissi per avvicinarsi all'attuale stipendio che percepisce Osimhen al Napoli (11 milioni netti). Questo rilancio del Chelsea non è arrivato e quindi anche la trattativa con gli inglesi è saltata: di conseguenza Osimhen resta al Napoli da fuori rosa.