Se dopo quasi tre mesi dal suo insediamento dovessi provare a sintetizzare con una canzonetta popolare il modo d’essere e di operare del premier Draghi e del suo Esecutivo, non avrei dubbi. Sceglierei il ritornello di una famosa tarantella napoletana.

Basta ca c’è sta 'o sole,
Basta ca c'è sta 'o mare,
Na nénna a core a core,
Na canzone pe' cantá...
Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto...
Chi ha dato, ha dato, ha dato...
Scurdámmoce 'o ppassato,
Simmo 'e Napule paisá!

Infatti, la mia percezione, di comune cittadino, in queste settimane è stata di stupore/sconcerto di fronte a contingenze che non sono riuscito a decrittare con il buon senso.

Ad esempio, il ministro Gelmini ha nominato a capo della segreteria tecnica del suo Ministero il sig. Massimo Parisi, ex parlamentare di Ala, in affari e braccio destro di Denis Verdini.

Nulla di anomalo, apparentemente, se non fosse che il sig. Parisi è stato condannato a cinque anni, in appello nel 2018, insieme a Verdini per bancarotta fraudolenta e truffa ai danni dello Stato. 

Ora, è vero che c’è da attendere il terzo grado di giudizio, ma nel frattempo lo Stato, cioè noi, pagherà ogni mese al sig. Parisi uno stipendio di € 10000,00. 

Non meno sconcertante è che sia ancora al suo posto di sottosegretario al MEF il signor Claudio Durigon che, discorrendo con Salvini delle indagini in corso sui famosi 49 milioni truffati dalla Lega, ha affermato “Quello che indaga della Guardia di Finanza … il generale … lo abbiamo messo noi”, vale a dire non ci farà le scarpe.

Queste parole sono state registrate da Fanpage nel corso di una inchiesta giornalistica e. oibò!. la Guardia di Finanza dipende direttamente proprio dal Ministero dell’Economia e delle Finanze!

Nel modo di essere e di agire sia del prof. Draghi che dei suoi ministri queste situazioni sembrano essere irrilevanti, così come è stato considerato di nessun conto  il non voto al decreto riaperture, in CdM, espresso dai ministri leghisti.

Eppure, solo poche settimane prima con il non voto in CdM le ministre renziane, Bonetti e Bellanova, avevano provocata la crisi di governo inducendo le dimissioni del premier Conte.

Che dire, poi, della nonchalance con cui il premier Draghi sembra accettare e subire, senza fiatare, le affermazioni e gli atteggiamenti continui di critica e contrasto alla azione del governo da parte di Salvini, segretario della Lega che pur conta ministri e segretari nel Esecutivo.

Parole ed atteggiamenti altrettanto duri e polemici di quelli che manifesta Giorgia Meloni, presidente di FdI, che però coerentemente sta seduta sui banchi della opposizione e non al governo.

Insomma, dalla indifferenza con cui sono disposti a tollerare qualsiasi situazione, anche quelle che il buon senso e l’etica consiglierebbero di contrastare perché illegittime o intollerabili, ho il sospetto che per Draghi ed il suo governo più importante della irreprensibilità istituzionale e della condotta morale sia il non … infastidire i manovratori, tanto …

Basta ca c’è sta 'o sole,
Basta ca c'è sta 'o mare…