L'inquilino - a cui è già stata comunicata la disdetta - che saltuariamente al Viminale ha occupato la poltrona di ministro dell'Interno, nelle scorse ore ha dichiarato che «leggi e confini vanno rispettati. Se qualcuno pensa di "fregarsene" senza conseguenze ha sbagliato di grosso e ha sbagliato ministro: faccio e farò di tutto per difendere l’Italia».

Lo stesso soggetto, commentando l'attracco della nave Eleonore, armata dalla Ong Mission Lifeline, al porto di Pozzallo per un oggettivo stato di emergenza, ha poi aggiunto: «Grazie al Decreto Sicurezza (che il PD vuole cancellare) sequestrata la nave di una ONG tedesca. Mentre altri litigano per le poltrone, io continuo a difendere i confini e la sicurezza del mio Paese. A testa alta, prima gli Italiani!»

Il quasi ex ministro si dimentica però di ricordare che il sequestro della nave è cautelare e che solo la procura di Ragusa potrà stabilirne o meno la convalida, oltre le inchieste che quasi certamente lo attendono non appena sarà nominato un nuovo Governo (o politico o di garanzia) e lui non sarà più ministro, in cui dovrà giustificare certe sue pretese decisioni in cui molti hanno visto la pura e semplice messa in atto di un sequestro di persona.

Alla propaganda del quasi ex ministro fa eco la normale e pacata ragionevolezza di Nicola Zingaretti, segretario Pd, che logicamente, in base all'evidenza dei fatti, sottolinea che «quanto sta avvenendo in queste ore nel Mediterraneo, tra sbarchi continui sulle nostre coste e divieti disumani, conferma che le politiche in materia di immigrazione di questi mesi non hanno risolto nulla.

Torno a chiedere al Presidente Conte di affrontare immediatamente la situazione delle persone bloccate in mare in condizioni di emergenza umanitaria e, ovviamente, continuiamo a chiedere che ci si prepari a una svolta radicale nelle politiche su questi temi».

Sarà in grado il premier incaricato Conte di mettere in atto tale richiesta?