Che cosa si sono detti Meloni e Haftar?

Giorgia Meloni ha incontrato a Roma il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, la Libia orientale, e avversario del governo di unità nazionale sostenuto dall'ONU. L'incontro è stato definito "cordiale e costruttivo" dai due interlocutori, che hanno discusso della situazione politica e militare in Libia e dei rapporti tra i due paesi.

Meloni ha espresso il suo apprezzamento per il ruolo di Haftar nella lotta al terrorismo islamico e nella difesa della sovranità libica. Ha anche sottolineato l'importanza di una soluzione politica negoziata e inclusiva per la crisi libica, che tenga conto delle legittime aspirazioni delle diverse componenti del popolo libico. 

Haftar, da parte sua, ha ringraziato Meloni per l'invito e per la sua comprensione delle dinamiche libiche. Ha accusato il governo di unità nazionale di essere una marionetta nelle mani delle potenze straniere, in particolare della Turchia, che vorrebbe trasformare la Libia in una base per le sue ambizioni regionali. Ha chiesto all'Italia di svolgere un ruolo più attivo e equilibrato nella mediazione tra le parti libiche, senza favorire una fazione a scapito dell'altra. Ha anche espresso la sua disponibilità a collaborare con l'Italia sulle questioni di sicurezza, migrazione ed energia. Haftar, in precedenza, aveva incontrato il ministro degli Esteri Tajani. L'ultima volta che "il generale" aveva avuto rapporti con Roma - a memoria - era stato nel 2018 con il ministro degli Esteri Moavero.

Ma quali siano stati gli argomenti "veri" che hanno dato origine alla visita di due giorni dell'autocrate libico a Roma nessuno lo sa con certezza. Si presume, comunque, che la chiave di tutto stia nel fenomeno migrazioni. Più della metà degli arrivi di migranti dalla Libia ora parte dalla Cirenaica, e non più dalla Tripolitania. L'altro flusso principale è quello della Tunisia.

Quindi, è abbastanza logico credere che la presenza di Haftar - non certo un personaggio con cui gtgenere rapporti sia motivo di orgoglio - fa ritenere che Meloni abbia concordato con lui una sorta di do ut des... anche se nessuno può dirlo con certezza.

Secondo alcuni, l'esito dell'incontro saranno nuovi campi di detenzione per i migranti in Cirenaica, sull'esempio di quelli che Minniti ha promosso nei dintorni di Tripoli. Ma non è neppure da sottovalutare che il sottosuolo della Cirenaica è ricco di gas e che la premier italiana da tempo se ne è venuta fuori sbandierando un presunto piano Mattei con miliardi di investimenti da fare in Africa. Per gente come Haftar il termine miliardi associato ad euro è un ottimo argomento per l'apertura di qualsiasi tavolo di trattative.

Quello di cui però si può esser certi è che di diritti umani e di tutela dei migranti non se ne sia affatto parlato.