Sognare di notte non è uguale a sognare di giorno. Per quanto al risveglio un sogno risulti bizzarro o strano, diamo già per scontato che sognare di notte faccia parte della natura delle cose. Che si tratti di una valvola di sfogo per le tante tensioni accumulate quotidianamente o meno, non importa. Si tratta di un sogno e, bello o brutto che sia, non è poi così prezioso. Di solito i sogni se ne vanno dopo i primi passi del nuovo giorno.

Al contrario, è qualcosa di totalmente diverso, originale e unico sognare di giorno. Anzitutto, non è cosa per tutti o capacità congenita a molti. Occorre imparare a sognare di giorno, frutto di una postura esistenziale ben precisa: spalle al passato, piedi nel presente e occhi volti al futuro. La miscela di queste tre dimensioni di tempo e di vita educa la mente a guardare fuori dal letto delle tante notti trascorse; educa il cuore a illuminare di futuro le ore del giorno presente. Purtroppo non tutti ci riescono, di certo non tutti ce la faranno mai.

Sognare di giorno è la capacità, la dote particolare, di chi sa guardare in modo diverso l’orizzonte della propria quotidianità. Ma a onore del vero, una cosa è sognare ad occhi aperti - quasi si trattasse di una mera evasione dalla concretezza della vita; altra esperienza è quella di chi si perde nei propri sogni, destino crudele riservato a quanti hanno scelto di auto rinchiusi in un mondo fantastico, in un mondo tutto proprio, in cui non c’è spazio per gli altri, per l’incontro e lo scambio con i colori della vita altrui. Eppure, sognare il futuro è indispensabile per vivere bene il presente, nell’attesa del raggiungimento di una felicità del tutto appagante. 

Sognare di giorno è l’esperienza di chi sa pensare, progettare e costruire la propria esistenza come realizzazione di un ideale di vita, di un disegno illuminato e di un progetto positivo di sé. E perché ciò sia possibile, è indispensabile imparare a guardare con fantasia il proprio futuro; pensare al proprio domani con originalità e a più colori; cercare il meglio per la propria vita intellettuale e spirituale, per non morire di noia e di obesa quotidianità. Essere capaci di ciò equivale a credere che ogni viaggio, come quello dello vita, parte da un sogno. Sognare è, dunque, vivere in anticipo il proprio infinito.