È arrivato a 18.205 il numero ufficiale dei civili palestinesi assassinati dallo Stato ebraico
Uno dei criminali del gabinetto di guerra del governo israeliano, il ministro della Difesa Yoav Gallant, ha ribadito questa sera che la guerra a Gaza finirà quando lo Stato ebraico avrà raggiunto i suoi obiettivi, aggiungendo che quella attuale è una guerra giusta, che richiederà tempo, e che in ogni caso verrà vinta.
Quali siano i reali obiettivi del conflitto, Israele non lo ha però dichiarato, ma lo fatto capire radendo al suolo Gaza, sterminandone i residenti con le bombe, con la fame e con le epidemie e rimarcando di non volere nella Striscia (una volta finita la guerra) un governo palestinese.
Se uno Stato mette in atto un genocidio, quali potranno mai essere i suoi obiettivi se non impadronirsi di un territorio dopo averne ucciso e scacciato coloro che lo abitavano?
Senza dimenticare di denunciare il sempre più (ogni giorno che passa) fantasmagorico attacco di Hamas del 7 ottobre, il ministro degli Esteri dell'Ue, Josep Borrell, si è accorto oggi che la situazione a Gaza è catastrofica, apocalittica, con un livello di distruzione proporzionalmente ancora maggiore di quello sperimentato dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, definendo l'operazione militare israeliana sproporzionata, in termini di morti e danni alle proprietà e alle infrastrutture civili.
Borrell ha compreso tutto questo dopo oltre due mesi di genocidio! Ma non c'è da stupirsene, visto che la qualità dei politici che i Paesi membri dell'Ue inviano a Bruxelles è persino più scarsa di quella dei parlamentari nazionali.
E mentre dei criminali continuano a supportare il genocidio, il Ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato oggi che il numero dei palestinesi massacrati è salito a 18.205, mentre è di 49.645 quello dei feriti, senza contare i civili seppelliti sotto le macerie.
Stati Uniti ed Europa proseguono, così, a supportare lo Stato ebraico a compiere il suo disegno di sterminio, ma a livello diplomatico Russia e Cina premono sempre di più per un cessate il fuoco umanitario, spingendo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a formulare un calendario e una tabella di marcia concreti per una soluzione a due Stati, in modo da raggiungere una soluzione "globale, giusta e duratura" della questione palestinese.
Da segnalare che negli Stati Uniti, la posizione dello stralunato presidente Biden si fa sempre più imbarazzante, nel voler continuare il duplice supporto da una parte all'Ucraina (nazione invasa) e dall'altra a Israele (Paese invasore che sta assassinando e radendo al suolo tutto ciò che è presente nella prigione a cielo aperto di Gaza). Non è normale.
Glielo ha ricordato anche questa sera la parlamentare Rashida Tlaib:
"Il nostro distretto non ha mandato il presidente Biden alla Casa Bianca per aiutarlo a facilitare l'uccisione di civili innocenti. Non ci siamo presentati in gran numero per eleggere il presidente Biden affinché fornisse le bombe per un genocidio. Il rifiuto di questa amministrazione di riconoscere la dignità umana dei palestinesi è inquietante, e azioni come questa [l'invio di circa 14.000 proiettili per carro armato a Israele] parlano forte e chiaro, esponendolo anche al rischio reale di essere perseguito dalla Corte penale internazionale".