“Patrick è in strada": ha dichiarato in un tweet l'avvocata Mai El-Sadany, mentre Marise George ha a sua volta pubblicato sui social una foto del fratello che parla con giornalisti che lo attendevano insieme ai familiari e alla fidanzata Reny Iskander fuori dal carcere di Gamasa, a Damietta

Zaki, mercoledì, dopo un giorno dalla condanna che lo vedeva costretto a dover trascorrere altri 14 mesi in un carcere egiziano, ha ricevuto la grazia dal presidente Abdel Fattah al-Sisi.

Oggi, pertanto, si conclude la sua vicenda giudiziaria iniziata il 7 febbraio del 2020, quando venne arrestato al suo arrivo all'aeroporto del Cairo con l'accusa di aver diffuso notizie false e di aver destabilizzato la sicurezza nazionale. Zaki, in attesa del processo, aveva trascorso 22 mesi in carcere, sottoposto anche a torture.

Subito in Italia?

"Ora sono libero, penso a tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto", ha detto Patrick Zaki ai giornalisti subito dopo essere stato rilasciato. "Sto pensando a ritornare a Bologna, ad essere con i miei colleghi all'università,,, ora torno al Cairo".

Della liberazione dello studente egiziano ha parlato anche il ministro degli Esteri Tajani a Radio 24, che ha proseguito nell'opera di intestare al governo la grazia concessa da al-Sisi: 

"Nessun baratto su Regeni, nessuna trattativa sottobanco. Il governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane ricercatore che rischiava di restare ancora un po' di tempo in carcere. Noi siamo riusciti ad ottenere questo risultato e mi pare che non sia un risultato di poco conto. Poi, si può dire tutto ciò che si vuole, ma non c'è nessun baratto nessuna trattativa sottobanco, siamo persone serie, non facciamo baratti.Il ruolo dell'Italia è stato determinante insieme a quello della nostra intelligence. Lo ha detto anche il presidente del Consiglio, ci siamo messi fin dall'inizio per cercare di ottenere la grazia per Zaki, ricordo due mie missioni in Egitto parlando con il presidente Al-Sisi dove ho più volte ribadito la necessità di liberare questo giovane ricercatore, e ricordo di essere sempre stato ottimista ogni qual volta incontravo la stampa dopo gli incontro al Cairo. Le cose sono andate avanti, c'è stato un lavoro corale e alla fine il presidente egiziano ha deciso di concedere la grazia. Una bella notizia per tutti e ora questo giovane ricercatore potrà venire nel nostro paese e avere una bella carriera davanti".