Per chi si mostra meravigliato per "multe" o nuove imposte che la comunità europea, ciclicamente, dice di voler infliggere ai colossi del web, allora dovrebbe tenere bene a mente quali siano le reali capacità economiche e di profitto di quelle aziende.

Infatti, solo nel 2019, Google prevede di investire oltre 13 miliardi di dollari in nuovi data center e uffici negli Stati Uniti.

Lo ha comunicato Sundar Pichai, amministratore delegato della società di Mountain View che, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di espandere la propria infrastruttura tecnologica al di fuori della "bay area". Lo scorso anno ha investito in una operazione analoga 9 miliardi di dollari.

Nevada, Texas, Oklahoma, Nebraska, Ohio, Carolina del Sud e Virginia saranno gli Stati in cui Google costruirà nuovi data center, con un aumento della propria forza lavoro dell'ordine di circa 10mila unità.

Secondo alcuni esperti del settore, la decisione di allargare le proprie attività su tutto il territorio americano, al di fuori della California, è dovuta anche a ragioni politiche. Portare occupazione in altri Stati significa allargare il consenso nei propri confronti ad un numero più ampio di membri del Congresso. Ed in tempi in cui si parla di privacy e di maggiori tutele per gli utenti, è consigliabile, anche per Google, aumentare il numero di "legislatori amici".

Ed a fine 2019 saranno così 24 gli Stati americani in cui Google avrà una sua presenza.

L'espansione interesserà in particolar modo le attività collegate al cloud computing, un mercato in cui Google è in aperta concorrenza con Amazon e Microsoft.