Ungheria, ministro degli Esteri accusa politici tedeschi di magiarofobia
A Budapest non hanno preso bene la campagna di boicottaggio lanciata dalla vicepresidente dell’Europarlamento Katarina Barley. La politica tedesca ha infatti esortato le aziende del suo Paese ha ritirare gli investimenti fatti in Ungheria.
Il motivo di questa uscita starebbe nella contrarietà ungherese all’approvazione dei pacchetti di aiuti miliardari all’Ucraina e più in generale alla sua linea autonoma che non aderisce perfettamente ai dettami di Bruxelles. Ma il ministro degli Esteri e del Commercio Peter Szijjarto ha parlato di vera e propria “magiarofobia” espressa da certe forze politiche, soprattutto di sinistra e soprattutto in Germania.
Quella di Barley è infatti solo l’ultima di una serie di dichiarazioni e di atteggiamenti ostili all’Ungheria mostrati dai politici tedeschi ed europei. Il ministro spiega però che questa strategia di isolamento di Budapest sta fallendo completamente. Infatti la BMW, per esempio, sta procedendo serenamente nella realizzazione dei suoi impianti a Debrecen e più in generale gli investimenti tedeschi in Ungheria sono in aumento. Ma finché Budapest non ammorbidirà la sua posizione negativa nei confronti dell’EFP, è probabile che gli attacchi politici proseguano.
L’EFP è il cosiddetto “Strumento Europeo per la Pace”. La natura di “pace” consiste, secondo i funzionari di Bruxelles, nella sua funzione di agevolare gli acquisti degli armamenti che devono essere dati all’esercito ucraino. Peraltro, anche in Francia hanno criticato tale “strumento” perché è possibile sfruttare il suo meccanismo per finalità ancora meno pacifiste, ma di opportunità pratica.
Il gruppo di riflessione francese “Mars” ha infatti accusato la Polonia di aver approfittato dei finanziamenti dell’EFP per comprare negli USA dei nuovi carri armati che terrà per sé.
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