Dopo alcuni giorni in cui il petrolio ha marciato forte sul mercato delle commodity, si sta assistendo ad una battuta d’arresto della sua quotazione.
A mettere il turbo all'oro nero era stato l’accrescersi delle tensioni tra Usa e Iran. Adesso la quotazione per il Wti oscilla intorno ai a 57,50 dollari al barile, mentre quella del Brent intorno ai 64,45 dollari.
Adesso però gli investitori sono attenti soprattutto a quello che accade sul fronte commerciale, con il probabile incontro tra i presidenti di USA e Cina in occasione del prossimo G20 in Giappone.
Con la guerra commerciale in atto tra Usa e Cina, le stime di fabbisogno per il petrolio nell'anno in corso sono passate da una previsione di crescita di 1,2 milioni di barili al giorno, da quella precedente di 1,3 milioni. E quindi mette pressione al ribasso sui prezzi.
Se a ciò si aggiunge il fatto che dopo il G20 avremo un vertice Opec che a logica deciderà, visti i tempi, di non aumentare i livelli di produzione, è facile prevedere nel breve periodo che il prezzo del petrolio non dovrebbe subire variazioni in alto.