La chiusura del porto alla pubblica fruizione è stata determinata da problemi di security; ma, non appena saranno effettuati gli interventi infrastrutturali necessari per le riallocazioni di alcuni servizi, sarà possibile operare una nuova valutazione dei rischi e conseguentemente proporre all’Autorità marittima una riperimetrazione degli ambienti di sicurezza, che faciliterebbero la libera fruizione da parte della cittadinanza di parte del molo Rizzo e del molo Marullo: questa in sintesi la risposta fornita dalla Prefettura al Consigliere comunale Pippo Doddo, che nelle scorse settimane aveva scritto addirittura al Presidente della Repubblica per segnalare tale problematica, sottolineando l’assurdità che i milazzesi fossero privati del loro porto.
Gli uffici del Segretariato generale presidenziale hanno attenzionato la lettera, scrivendo a loro volta al Prefetto di Messina per verificare quanto evidenziato dall’esponente politico di Palazzo dell’Aquila.
La Prefettura ha così contattato l’Autorità di sistema portuale, che ha fornito ogni chiarimento illustrando preliminarmente le attività, che si svolgono nel porto mamertino (dal collegamento passeggeri per le isole Eolie e Napoli, alla movimentazione di merci varie), ivi compresa l’attività legata al polo industriale. “Pertanto – si legge nella nota della Prefettura – per poter consentire lo svolgimento delle funzioni portuali, è stato predisposto un Piano di sicurezza, che prevede l’accesso alle banchine e alle adiacenti aree, esclusivamente a chi ha necessità di utilizzare i servizi portuali e con l’obbligo di controlli specifici sia sulle persone, che sui mezzi, che vi accedono”. Nella risposta si dà anche notizia dell’avvio da parte dell’Autorità di sistema, dopo “approfondito confronto” col Comune di Milazzo, dell’iter per la redazione del nuovo piano regolatore del porto, che prevede nuove riallocazioni di funzioni portuali. Ciò consentirà, anche nell’area sollecitata da Doddo di avviare attività anche di interesse urbano e quindi, come tali, non necessariamente ricomprendibili all’interno del cosiddetto “porto operativo”, che necessita invece delle specifiche misure di security”. “Prendo atto della risposta – ha detto Doddo – e ringrazio innanzitutto il Presidente Mattarella per aver tenuto in considerazione la richiesta di un Consigliere comunale rappresentante i cittadini e anche la Prefettura per la puntuale comunicazione. Posso condividere le questioni legate alla sicurezza; ma, l’ho detto e lo ribadisco: non era mia intenzione violare le leggi e le richieste riguardavano aree, dove non esistono ragioni legate alla portualità, come molo Marullo; anche perché lo stesso presidente dell’Autorità portuale Mega ha sempre dichiarato che, dove non c’è portualità, la fruibilità è possibile. L’altra mia richiesta era la rimozione della ringhiera, che funge da barriera di sicurezza per l’area portuale, “ricollocandola nella zona più interna per consentire la sistemazione di panchine, che permettano di poter “rivedere” il mare. Credo che anche qui la sicurezza c’entri poco, visto che ad esempio chi deve accedere al terminal, per imbarcarsi, non è sottoposto ad alcun controllo e si sposta in quelle aree”.